Falso ideologico e abuso d’ufficio i reati ipotizzati dai carabinieri e dalla procura di Nola per il presidente del consiglio comunale di Pomigliano d’Arco Maurizio Caiazzo e la vicesegretaria comunale Antonietta Romano. Notizia giunta all’indomani dell’ascolto in caserma dei consiglieri comunali presenti in aula l’11 luglio scorso. Alla base della denuncia il voto per il Bilancio, approvato in quell’assise. La sera stessa del consiglio comunale erano sorte infuocate polemiche, una seduta non valida secondo parte dell’opposizione, Pd in testa, 15 consiglieri presenti fatti “passare” per 16 non riconteggiando l’uscita dal’aula dell’esponente dell’Italia dei Valori, Liberato De Falco che finon all’approvazione del documento contabile aveva garantito il numero legale. E’ stato proprio lui, il primo ad essere ascoltato dai carabinieri della stazione di Pomigliano d’Arco (agli ordini del luogotenente Massimo Sante Longo) e poi mercoledì mattina il resto dei consiglieri presenti in aula. Bilancio consuntivo, approvato, senza il numero legale, dunque, che e’ di 16 su 31.
E’ stato, dunque, verbalizzato il falso ( e l’avrebbe fatto la Romano) e cioè che al momento del voto in aula erano presenti 16 consiglieri, ma determinante nella prosecuzione della seduta è il ruolo svolto anche dal presidente del consiglio, da qui il coinvolgimento di Caiazzo. Il presidente ieri ha tenuto il telefono spento per l’intera giornata evitando di rilasciare dichiarazioni, così come nessuna nota ufficiale è stato diramata sul caso dal Comune. A commentare invece è il Pd, il primo partito a denunciare l’abuso commesso dalla maggioranza di centrodestra. “La mancanza del numero legale nel consiglio comunale del 11 luglio 2012 e’ stata solo la ciliegina sulla torta”, spiega Ciro Lanzillo, dirigente della locale sezione, “non bisogna dimenticare che viviamo nella citta’ dove un consigliere e un assessore sono stati arrestati per tangenti, quindi gia’ solo per il fatto di essere dovuti andare in caserma dovrebbe indurre il sindaco a dare le dimissioni. Quest’altro increscioso fatto mette in evidenza la incapacità di affrontare i problemi della citta’. In quanto non esiste, in questa fantomatica maggioranza, un progetto vero per Pomigliano. Hanno ucciso il commercio, non sono capaci di parlare di lavoro, non esistono i servizi sociali, a tutti i livelli, non hanno capacità progettuali, l’unica cosa che hanno progettato e realizzato e’ quella cosa” chiamata rotonda, che si puo’ lo specchio della stessa amministrazione, mentre una non rispetta il codice della strada, l’altra non rispetta il cittadino. i lavori che stanno realizzando esistevano gia’ nel piano triennale delle opere pubbliche della vecchia amministrazione. il motto era cambiare, e la citta’ e’ veramente cambiata, infatti e’ in coma. il sindaco Raffaele Russo ha un solo dovere, quello di dimettersi”.
da Metropolis del 20 luglio
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