Somma Vesuviana. Dal cimitero al municipio per protestare sempre per un solo motivo: avere un lavoro per mantenere i suoi tre figli.
Luigia De Falco dopo una giornata intera si è lasciata convincere lunedì, all’una di notte, a lasciare il luogo sacro dove si era incatenata, ma l’indomani mattina era a palazzo Torino, legata con una catena ad una bacheca in legno che si trova nell’ingresso. Nessun amministratore, dipendente comunale, cittadino che sia passato non ha potuto far a meno di vedere la sua protesta o sentire le sue parole. “Se resto qui a combattere lo faccio per i miei figli”, ha continuato a dire la signora Gina, “Come è stato trovato il posto di lavoro a qualche parente di un assessore pensassero a me che ho perso un padre ucciso da dei malviventi nel corso di una rapina e ho tre figli da crescere. Ho lavorato onestamente e voglio tornare a farlo”. La De Falco nei giorni scorsi aveva denunciato ai carabinieri il sindaco Pasquale Piccolo, gli assessori Luigi Coppola e Giovanni Salierno e il consigliere comunale Salvatore Granato per le false promesse di un posto di lavoro che ha ricevuto nei mesi scorsi e per il fatto che al posto suo al cimitero è stata assunta la cugina diretta dell’assessore Coppola, al posto del marito che ha avuto alcuni problemi di tipo legale. “Stamattina a farmi nuova false promesse aveva cominciato anche l’assessore Nunzio Saviano”, aggiunge, “Mi aveva visto a terra incatenata, in un primo momento mi ha scavalcato per entrare in Comune poi è tornato indietro e mi ha detto che la mia situazione era praticamente risolta. Ci avevo creduto, mi stavo per togliere la catena, ma alla fine anche questa era una bugia, l’ennesima bugia”. Sul posto sono intervenuti i vigili urbani che hanno “sorvegliato” la De Falco per ore per evitare che potesse compiere un gesto inconsulto e anche i carabinieri. Proprio i militari dell’Arma hanno nuovamente sentito la De Falco su alcune questioni inerenti le promesse fatte in campagna elettorale e il metodo in cui alcuni candidati hanno fatto “incetta” di voti nella zona in cui risiede: via San Sossio. Nomi, cognomi e dettagli messi nero su bianco dagli inquirenti. Dettagli che erano già emersi durante le scorse elezioni del 2014 e già al vaglio della Procura di Nola. Soprattutto dopo la denuncia presentata allora, tra il primo e il secondo turno dal candidato sindaco del centrodestra Antonio Granato sui voti acquistati con dosi di cocaina, e buoni per la spesa in pescherie e macellerie della città.DA CRONACHE DEL VESUVIANO DEL 22 APRILE
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