VOLLA. Il Pd vollese nei giorni scorsi ha organizzato un incontro pubblico per «Rendere conto alla città delle scelte importanti adottate dell’amministrazione comunale, guidata da Angelo Guadagno, in questi primi 18 mesi di mandato».
Un incontro incentrato soprattutto sul Piano urbanistico: discussione necessaria dopo la bufera che ha investito l’intera maggioranza (Pd e lista civica), nelle scorse settimane, dopo la revoca del redattore del Puc, l’assessore all’Urbanistica Riccardo Festa di Sel.
Erano presenti gli stati generali dei democrat: i parlamentari Luisa Bossa e Massimiliano Manfredi(commissione Antimafia), Salvatore Piccolo (commissione Difesa), Assunta Tartaglione (commissione Giustizia). Tutti loro hanno confermato piena fiducia e sostegno a Guadagno e alla sua maggioranza per il lavoro svolto con «saggezza e buon senso restando fedeli al progetto presentato in campagna elettorale».
Un momento di “chiarezza” dove il sindaco, per primo, ha dovuto spiegare ai cittadini le motivazioni che lo hanno, infine, costretto a revocare la delega all’Urbanistica per avocarla a sé. E, non ultimo, spiegare il nulla di fatto, allo stato attuale, sullo strumento urbanistico tanto a cuore al consiglio comunale, quanto alla cittadinanza. Il convegno, va detto, è giunto una settimana dopo quello fatto dall’ex assessore defenestrato dal suo padre putativo (Guadagno).
Contro la volontà del suo stesso partito, il sindaco aveva voluto l’esponente di Sel nell’esecutivo per affidargli, tra le altre, la delega all’Urbanistica affinché realizzasse in tempi celeri il nuovo Puc. La realizzazione dello strumento urbanistico era, infatti, il punto caratterizzante il programma elettorale della coalizione di centrosinistra. Un Puc che doveva garantire uno sviluppo ordinato e armonico della città e, soprattutto, permettesse una nuova edificazione a vantaggio dei tanti piccoli proprietari che attendono di poter realizzare un’abitazione.
Per il Pd, in pratica, il Piano strutturale (divisione delle aree territoriali) e il Piano programmatico operativo(Progetto Esecutivo che disciplina gli interventi sul territorio da realizzare nell’arco temporale di 5anni), devono essere sovrapponibili: «Il Puc deve partire allo stesso tempo per tutti». Concetto non condiviso dall’ex assessore per il quale, dopo oltre un anno, è risultato palese che l’idea di Puc fosse «mal conciliante e incompatibile con l’indirizzo politico della maggioranza».
Da qui lo scontro, prima, e la sfiducia, poi: «L’architetto Festa ha avuto a disposizione 14 mesi di tempo per tramutare il nostro indirizzo politico in una proposta di Piano – dice il sindaco -che garantisse a tutti i nuovi interventi edificatori di partire contestualmente, che consentisse una quanto più equa distribuzione degli indici di edificazione, che favorisse il più possibile gli interventi diretti anziché la pianificazione attuativa (i cosiddetti P.U.A.), che permettesse la coincidenza tra il Piano strutturale e il Piano programmatico-operativo, che garantisse la realizzazione di nuove opere pubbliche su tutto il territorio e non solo in alcune parti».
Prima di chiudere, sono state esposte le iniziative messe in campo: dismissione del patrimonio pubblico, risanamento dei debiti dell’Ente, recupero evasione tributaria (500mila euro circa), investimenti sulla manutenzione delle scuole e alloggi ex 219 (600mila euro circa), fondi Ambito per un micronido (bimbi da 0 a 36mesi) e assistenza domiciliare anziani e disabili.
di Patrizia Panico de Il Mattino area sud – costiera
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