Due giorni prima aveva festeggiato il suo compleanno, ieri è finito in carcere con un’accusa gravissima: aver violentato le sue nipotine ed altre bimbe che si erano fidate di lui. Gli agenti del commissariato di Nola, insieme ai colleghi della sezione di polizia giudiziaria della Procura nolana, ieri alle 12,30 si sono recate a casa di G.D. pregiudicato di 55 anni residente nella città dei Gigli e l’hanno arrestato. L’uomo non era nuovo ad atti così orribili: in passato era stato già condannato dal tribunale nolano ad 8 anni di carcere per aver violentato un’altra nipote.
Un orco senza scrupoli che per soddisfare le sue voglie perverse abusava delle piccole, che non avevano neanche 10 anni, minacciandole poi affinchè non raccontassero a nessuno l’orrore che erano costrette a subire. Dovevano stare zitte altrimenti lui avrebbe ucciso i loro genitori. Le bimbe, impaurite e traumatizzate avevano taciuto per mesi. Fino a quando una non aveva deciso di confidarsi con una parente che si è rivolta poi agli agenti nolani (coordinati dal vice questore Pietro Caserta). Un mese di delicate indagini che sono servite a raccogliere gli indizi accusatori che ieri hanno portato all’ordinanza di custodia cautelare in carcere firmata dal giudice per le indagini preliminari Enrico Campoli su richiesta del sostituto Procuratore della Repubblica Marianna Valvo. I poliziotti hanno appurato che le piccole erano costrette a subire atti sessuali di natura orale ed anale e poi a loro volta dovevano masturbare l’uomo. Le indagini erano cominciate appunto grazie alla fiducia che gli agenti hanno saputo conquistarsi nella parente delle bimbe, e così sono venuti a sapere che il nome di battesimo dell’orco, il fatto che separato dalla moglie e che viveva con la madre. Hanno verificato che una sua abitudine era quella di adescare adolescenti e bambine, e che più volte aveva abusato delle nipotine, che non vivono a Nola, quando queste venivano a trovare la nonna. Una storia orrenda cui ieri hanno posto fine i poliziotti che hanno messo le manette ai polsi del bruto che hanno poi tradotto nel carcere di Poggioreale.
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