Il romanzo della Scala è stato presentato in anteprima alla 3ª edizione della Fiera del Libro di Vietri sul Mare. Durante la presentazione – moderata da Piera Di Salvio, scrittrice e consulente editoriale della “1886 Publishing” – l’autrice ha rivelato le sue ispirazioni alla base del lavoro editoriale. Prima fra tutti, l’esigenza di scavare in se stessa, indagando fra le storie dei suoi avi.
L’evento della Fiera, tenutosi dal 24 al 26 maggio, si è riconfermato un’ottima vetrina per editori e autori emergenti e affermati. La madrina è stata Regina Schrecker, e tra gli ospiti di rilievo è stata presente anche la giornalista e scrittrice Carmen La Sorella che, oltre a presentare un suo nuovo libro, ha discusso di giornalismo, donne e cultura. «È stato un momento magico – commenta Camilla Scala, circa l’appuntamento fieristico- in sala c’erano tante persone legate al racconto del Vico Fissale. Ne abbiamo letto ad alta voce alcune pagine e ci siamo commossi un po’ tutti, anche chi ne sentiva parlare per la prima volta. Credo che la forza di questo libro risieda proprio nelle emozioni anche forti che regala a chi lo legge». «Il nuovo lavoro di Camilla Scala – aggiunge Di Salvio – rappresenta un importante contributo alla narrativa contemporanea e conferma il talento dell’autrice nel raccontare storie profonde e coinvolgenti.”
Il romanzo si apre con la scena di un parto molto complicato. È notte inoltrata e mamma e bambino rischiano di non farcela. È il 24 giugno del 1950, ci troviamo nel quartiere Scanzano di Castellammare di Stabia.
Così comincia il romanzo «Vico Fissale-la Ricerca», riedizione del primo romanzo di Camilla Scala, regista e commediografa di Castellammare di Stabia. Ad annunciare l’esclusiva, la casa editrice «1886 Publishing», fondata da Alfonso Galdi, durante la terza edizione della Fiera del Libro di Vietri sul Mare, tenutasi dal 24 al 26 maggio. Il romanzo, in uno stile raffinato e coinvolgente, narra la storia delle due famiglie di origine dell’autrice, tra fine Ottocento e prima metà del Novecento: parte dai genitori e andando indietro nel tempo giunge fino a nonni e bisnonni. Così viene narrata anche la storia della città stabiese, lo scenario in cui si intrecciano racconti di vite, sconfitte, lutti, addii, coincidenze e tutto ciò che rappresenta la vita di ogni essere umano.
E la stessa Castellammare, ritratta nel momento di serenità di fine Ottocento e in quello più travagliato, nel secondo Dopoguerra, diventa il locus dei ricordi e le memorie non di una sola famiglia, ma di tante famiglie che vi si riconoscono. Un Amarcord, insomma, in cui il lettore può riconoscere luoghi, strade, vicoli e persino personaggi che sono realmente esistiti.
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