Emilio Viafora è il nuovo presidente nazionale di Federconsumatori, la prima associazione italiana a tutela dei consumatori.
«Abbattere le disuguaglianze, redistribuire la ricchezza, tutelare la filiera produttiva per difendere il Made in Italy». Queste le parole di Viafora che lancia un messaggio alla politica: «Vi è un rancore latente della società verso il potere che discrimina: bisogna ricostruire, perché sono proprio i ceti più deboli ad aver bisogno di più politica e più governo».
Federconsumatori, oltre 1000 sportelli in tutta Italia. Cresce il bisogno di tutelare i propri diritti ?
Si, perché aumentano le disuguaglianze, aumentano le differenze, aumenta anche il rischio di cattiva informazione e dunque c’è sempre più bisogno di chi ci aiuta a garantire i diritti di cittadinanza. Federconsumatori è un presidio di legalità nel territorio inteso come presidio dei diritti delle persone.
Alla luce dei nuovi scenari economici e sociali quali sono gli obiettivi futuri di Federconsumatori ?
Intanto quello di abbattere le disuguaglianze, di affermare politiche redistribuitive ed anche politiche fiscali di incentivo che aiutino i ceti più deboli e nel caso specifico anche nel nostro paese a superare il divario nord-sud che sta diventando sempre più preoccupante e che non riguarda solo i meridionali ma rischia di mettere in discussione la tenuta unitaria di tutto quanto il paese. Se l’Italia vuole essere in Europa deve essere in grado di affrontare la questione meridionale.
Se da un lato vi è una fetta sempre crescente di consumatori che necessitano di assistenza ed hanno bisogno di tutelare i propri diritti, dall’altro, pare, ci sia una classe politica sempre più distante dai cittadini con l’antipolitica ed il partito dell’astensione a farla da padrone. Secondo lei, questi due dati sono connessi tra loro? C’è un rapporto di causa-effetto?
Si, sono strettamente collegati. Le persone vivono sempre più sole, mancano soggetti di riferimento collettivo e le persone hanno maturato dentro la crisi e dentro la crescita delle disuguaglianze un rancore verso tutto quello che è il sistema. Un rancore latente della società verso il potere, un potere che discrimina. Il fenomeno si autoalimenta. Bisogna fare un opera di ricostruzione perché sono proprio i ceti più deboli che hanno bisogno di più politica e di più governo. Il cammino è lungo e spetterà a chi lo deve fare, noi siamo un’associazione e possiamo dare un contributo nell’affrontare i problemi delle persone.
La tutela del consumatore si realizza anche attraverso la tutela del Made in Italy. Cosa bisogna ancora migliorare a riguardo?
Bisogna fare in modo che ci siano etichettature più precise, che si dica chiaramente non solo dove vengono prodotte le cose ma ricomporre tutta la filiera produttiva perché il “Made in Italy” non è solo design ma anche cura dei materiali, anche preparazione, manualità. Made in Italy è anche “sapere sociale”, dunque se beviamo un bicchiere di vino italiano beviamo un pezzo d’Italia, beviamo una cultura. Quando mangiamo una pizza consumiamo un pezzo di un sapere e di una cultura che è radicata in un territorio. Ricostruire la filiera è importante.
Secondo Federconsumatori i dati dell’Istat sulle vendite sono particolarmente ottimisti. Chiedete interventi per rilanciare l’economia? Mi fa un esempio concreto?
Rilanciare l’economia significa, per esempio, dare un sostegno maggiore ai redditi più bassi. La crescita dell’Italia è più bassa rispetto al resto dell’Europa perché non c’è una domanda interna molto forte. Se non si opera sui redditi e sulle politiche distributive a livello locale la domanda non cresce e l’economia ristagna, la prima misura deve essere quella di una redistribuzione della ricchezza verso il basso. Questo è l’unico modo per far crescere il Paese.
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