SANT’ANASTASIA – “Suoneranno le campane a morto per tutti quelli che non hanno avuto il coraggio di venire a protestare in strada per i loro diritti”. Così don Carlo Cicala commenta la partecipazione esigua alla manifestazione che era stata organizzata per ieri pomeriggio nei pressi della parrocchia di via Romani. In strada mancava gran parte del quartiere, ma questo non ha evitato che i manifestanti si facessero notare, bloccando, per oltre un’ora il tratto di strada di via Romani creando malcontento in parecchi automobilisti (alcuni molto più maleducati e spavaldi di altri). “La gente è ancora vittima delle lottizzazioni della politica”, ha detto il parroco, “hanno paura di eventuali ritorsioni se fanno sentire la loro voce. Per questo le campane non possono suonare a festa. Ci sono diversi disagi in questo quartiere e abbiamo bisogno di attenzioni, occorre maggiore sicurezza, mancano i semafori, i pali della luce e gli spazi dove potersi riunire, e la spazzatura viene abbandonata in quello che dovrebbe essere un parcheggio. Hanno partecipato alla protesta solo donne e bambini perché tanto i giovani si sentono sfiduciati ormai danno i voti a chi gli dà da mangiare”. Presente tra i manifestanti anche l’ex consigliere comunale dei Ds, Franco Casagrande. “Occorre attenzione verso questa zona, io l’ho sempre chiesta”, ha spiegato, “i vigili urbani non ci sono mai, anche il manto stradale è fatiscente, così la strada diventa un pericolo per i pedoni e per gli automobilisti”. Quello di ieri, come ha chiarito don Cicala, sarà solo il primo passo verso la costituzione di un comitato civico del quartiere che servirà a spronare l’amministrazione comunale ad avere sempre la dovuta attenzione per il quartiere dei Romani e per le tante masserie che lo compongono. “Ci sono altre zone come Guadagni, Musci che non sono collegate con il resto della città ed è inconcepibile che accada”, ha continuato il parroco, “mi è dispiaciuto che in molti non siamo scesi a protestare, ma si vede che credono ancora che chi va contro il baronaggio politico viene schedato”. Quando il blocco stradale era stato rimosso è arrivato sul posto anche il sindaco, Carmine Pone. “Capisco la decisione di padre Carlo di protestare”, ha affermato Pone, “perché è da un po’ che lo frequento, la forma che ha scelto è un po’ eclatante, ma è servita a dare una scossa al quartiere. Un tempo questa contrada era agricola, ora non lo è più ed il parroco fa bene a rendere i cittadini consapevoli. Non è un caso che i miei primi appuntamenti da sindaco li ho avuti con don Carlo, è una persona sensibile a problematiche non soltanto religiose. Adesso per fare in modo che tutte le attività dell’amministrazione funzionino al meglio occorre formare un sistema e solo così acquisiremo velocità”. A proposito poi di chi ha avuto paura di manifestare, il sindaco ha commentato: “La soggezione nei confronti del potere costituito è tipico dell’uomo meridionale, mon soltanto anastasiano. E’ evidente che se non c’è nessuno che protesta, un’amministrazione che sbaglia può dormire sonni tranquilli”.
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