Dossier tra storie e paura. Ladri d’infanzia che violentano ed abusano vittime indifese. Orchi che derubano il rispetto dei più piccoli che denudati di ogni dignità, si ritrovano con le spalle al muro, senza alcuna giustificazione plausibile, neppure quella dell’indifferenza, o dell’omertà scambiata per solidarietà, non c’è più neanche sipario da calare per evitare l’oppressione dell’offesa. Non c’è più sceneggiatura né processo scaltro che contenga lo scempio per azioni così morte di fierezza, e allontanare le miserie inconfessabili che possono indurre qualcuno a fare male ad un bambino. Eppure quotidianamente, anche in questo preciso istante che la penna racconta, qualcuno sta brutalmente violentando un bambino. Una violenza sessuale gratuita ed inaccettabile. Ma che razza di bestia è l’uomo che commette un simile atto? Forse le storie che vi stiamo per raccontare, vi lasceranno senza alcun margine di pensiero se non quello di vergogna. Momenti scalpiti indelebili nelle menti di quei bambini che non saranno mai uomini e donne normali. Non potranno mai dimenticare chi con le mani li ha toccati, chi con le labbra li ha offesi,chi con il pensiero li ha mortificati. Tanti, troppi i casi andati in scena in questi ultimi tre anni, ma quelli più forti, su di un territorio che parte da Boscoreale a Nola, passando per Pomigliano D’Arco continua a far parlare e soprattutto rabbrividire. 6 Novembre 2009 a Trecase un 48enne viene arrestato per violenza sessuale aggravata e continuata ai danni di un ragazzino di 13 anni. I carabinieri, fanno irruzione nell´abitazione dell´uomo, sorprendendolo in atteggiamenti intimi con il minorenne. Il bambino, racconta che il 48enne suo vicino di casa, lo ha legato con una corda al braccio e trascinato nella sua abitazione. Immobilizzato ed imbavagliato viene violentato. Non era la prima volta. Prima di allora già altre cinque volte. Due mesi dopo, a pochi kilometri da Trecase, a Boscoreale, altro episodio. E’ il 5 febbraio dello stesso anno. L’orco da cui difendersi non è un folle sconosciuto, ma un parente stretto, uno zio, fratello del padre della vittima. Una lite in famiglia fa scattare l’allarme: gli agenti del commissariato intervengono per sedare una furiosa lite tra due fratelli ma con grande stupore si trovano dinnanzi ad una situazione sconcertante : si tratta,infatti, del padre di una bambina di otto anni che scopre non solo che la figlia aveva subìto molestie ma addirittura che il colpevole è il fratello. 5 Marzo a Boscoreale. Una bambina di sei anni si trova in un ristorante assieme alla famiglia. Chiede alla madre di allontanarsi per andare in bagno, ma a seguirla è un cameriere ucraino. Blocca la piccola e la costringe a sottostare ai suoi sporchi e depravati giochi. 3 Maggio 2009 a San Giuseppe Vesuviano la violenza sessuale si consuma in un luogo pubblico, nella circumvesuviana della cittadina, durante la festa del santo patrono. La vittima è un tredicenne: sono da poco passate le 23,00 ed ha appena salutato i suoi amici del parco. Si trova sulla strada di ritorno a casa in via Croce Rossa, ma un 34enne lo blocca e lo violenta per ripetute volte. Il bambino avrà il coraggio di raccontare e denunciare il suo aguzzino. 14 Maggio 2009 a Pomigliano D’Arco. Un professore di 66 anni viene arrestato dopo aver abusato per la decima volta di una sua alunna 14enne. Gli stupri si consumavano all’interno della scuola. 12 Giugno 2009 a Somma Vesuviana, a finire in manette un 49enne. L’uomo, parrucchiere della cittadina, rinomato per un salone di acconciatura e bellezza in via Diaz, aveva più volte abusato di una sua stagista. In particolare, una sera prima della chiusura del salone aveva bloccato la 13enne e iniziato a palpeggiare. La ragazza, riusci a liberarsi e denunciò l’accaduto ai carabinieri. aveva più volte 3 Luglio 2010 a Nola un 59enne violenta una bambina di 14 anni, rom in macchina in pieno giorno dopo averle regalato un abito. Sei date in tre anni per casi raccapriccianti, ma le statistiche danno numeri più alti e preoccupanti. Un allarme sociale che dovrebbe, toccando ed ascoltando questi orrori, far capire che i bambini non sono cose. Hanno diritti. In qualsiasi società, i bambini rappresentano l’innocenza e il futuro. Ma purtroppo la violenza sui bambini sembra essere diventata il simbolo di una convivenza civile deteriorata, di una civiltà malata, al tramonto, che ha perso i valori necessari alla sua sopravvivenza. Una collettività che infierisce sui più deboli è una società violenta, in cui nessuno è al sicuro, dove l’avidità, la chiusura mentale, l’aggressività primitiva, l’aridità dei sentimenti, il dominio del disumano stringono i cuori e i cervelli in una morsa mortale. I bambini hanno bisogno di essere amati, di giocare, di crescere e non si toccano,mai.
Le statistiche. Hanno un’età compresa tra 6 e 14 anni, e nella maggior parte dei casi, conoscono la persona che li molesta, spesso appartenente al nucleo familiare o ad esso vicina con una percentuale che sfiora il 70%. Questa la fotografia dei minori vittime di abusi sessuali emersa dai dati raccolti su territori di competenza di tre compagnie e i casi, almeno quelli più importanti parlano da soli. Le informazioni, fanno parte di una ricerca sulla quale abbiamo cercato di stilare una percentuale riguardante le notizie relative la vittima del reato, e nella maggior parte dei casi abbiamo riscontrato che seppur alcuni di questi sono stati denunciati altri rimangono, invece, solo segnalazioni che finiscono per essere raccontate in piazza e tra le strade cittadine e difficilmente, per paura o omertà. Questo ha permesso di tracciare un quadro seppur non ben definito del fenomeno a livello regionale, ma su una distribuzione territoriale di campione per gli ultimi tre anni. Sul territorio dell’intero circondario di Torre Annunziata nel solo anno 2008 sei sono stati i casi, nel 2009 cinque , e nel 2010 cinque. Ma la cronaca ne ricorda senza dubbio tanti altri come quelli del lontano 1996, dove nel Parco Poverelli di Torre Annunziata furono arrestati circa cinque pedofili che puntualmente abusavano dei piccoli della scuola. Sul territorio della Compagnia di Castello di Cisterna nell’ anno 2008 tre casi, nel 2009 cinque , e nel 2010 uno. Il più eclatante di questi senza dubbio quello del docente di 66 anni che abusava nelle mura della scuola della sua alunna poco più che tredicenne. Sul territorio dell’aerea di Nola invece nell’ anno 2008 sette casi, nel 2009 tre , e nel 2010 quattro. In questo caso per tutto il territorio nolano emerge un elemento aggiuntivo, che a subire e a commettere violenza sono perlopiù stranieri. E anche per il territorio nolano il caso più eclatante, che in tanti sicuramente ricorderanno, porta il nome degli orrori consumatisi sul piccolo Silvestro delle Cave che il 9 dicembre del 1997, fu violentato ed ucciso da tre balordi, ed il cui corpo fu ritrovato in una valigia 8 anni dopo, un dramma che sconvolse Cicciano, e l’Italia intera.
Parla l’esperta. “Purtroppo l’abuso, la prevaricazione, la violenza, rimane sempre più spesso segregata nel chiuso dei cuori dei bambini, levando loro forza e stima di sé, in particolare per quanto riguarda il bambino abusato sessualmente, ché paradossalmente si sente colpevole di ciò che è stato costretto a subire, quasi fosse dipeso da una sua volontà, e vive con la colpa di non essere stato in grado di difendersi”. Cosi commenta la dottoressa Luciana Esposito, docente di scuola media e psicologa da tempo impegnata nel salernitano, con gli assistenti sociali in un percorso di recupero contro la dispersione scolastica. “Spesso ascolto e mi trovo in circostanze che sconvolgono persino me che forse dovrei essere preparata. E’ scontato dire – continua la dottoressa Esposito – che condanno ma purtroppo vedo che gli interventi sono ancora pochi. Si ha paura di mettere in campo percorsi di sensibilizzazione alla violenza sui minori, ma anche sulle donne, parlare ascoltare e conoscere potrebbe evitare che i il numero dei casi aumenti”. Ma qual è il profilo del violentatore? “Difficile delineare un profilo. Senza dubbio – conclude Esposito – nell’ascolto psicologico di problematiche degli adulti spesso emergono storie legate a un passato di abusi, sia fisici che sessuali. E accade pure che occorrano mesi, ad alcune persone per trovare finalmente la forza e il coraggio per poter parlare di tali episodi che vengono vissuti come una vergogna, ma che poi inevitabilmente finiscono per fare altro male. Leggo spessi di casi di cronaca dove bambini imitano e palpeggiano le proprie amichette per gioco: mai sottovalutare simili episodi”.
Giovanna Salvati
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