VOLLA. Senza paga né cassa integrazione: gli operai della società Rdb – Hebel stanno dormendo in fabbrica. Sono in assemblea permanente e sono già tre le notti che i 48 lavorati della sede distaccata, Rdb Spa di Piacenza, trascorrono nelle fredde stanze della fabbrica in via Palazziello. “Dormiamo in fabbrica perché da mesi ci tengono con la corda al collo: senza paga né cassa integrazione, una situazione drammatica”. L’azienda vollese è chiusa, anzi è stata dichiarata fallita dallo scorso 10 agosto a causa di una grave crisi finanziaria della sede principale piacentina per insolvenza verso creditori, da quel momento anche la produzione dello stabilimento vollese(Gas Beton, calcestruzzo cellulare per l’edilizia), si è fermata: un baratro per gli operai che da un giorno all’altro si sono ritrovati senza lavoro e senza paga. Un successivo provvedimento tampone in questi mesi prevedeva turni settimanali retribuiti, mentre l’azienda, nel frattempo posta in liquidazione, venisse venduta. Due aste per la vendita andate deserte terminate con una svalutazione del 35% rispetto al valore iniziale di 5milioni e 800mila euro. Il timore degli operai, già senza stipendio, era la svalutazione eccessiva della ditta portandola allo smembramento o il timore che potesse finire nella mani di persone incompetenti. La richiesta degli operai e delle segreterie sindacali, oltre al pagamento delle spettanze, era che la ditta di Volla potesse essere riconvertita passando così dallo stato fallimentare in amministrazione straordinaria. In quest’ultimo caso si riaprono le trattative con lo Stato e le speranze dei lavoratori per rimettere in piedi un nuovo piano industriale che salvaguardi l’azienda e i loro posti di lavoro. Qualche giorno fa la buona notizia dal tribunale di Piacenza, ufficio fallimentare che converte il fallimento della Rdb – Hebel(sede distaccata della sede piacentina che a Volla produce “Gas Beton”, calcestruzzo cellulare,materiale per l’edilizia), in procedura di “amministrazione straordinaria”. Accolto il ricorso poiché i giudici hanno ritenuto che sussistono “opportunità di recupero dell’equilibrio economico”. Nel frattempo gli operai denunciano il mancato pagamento delle spettanze delle ultime settimane di lavoro oltre alla cassaintegrazione: la situazione è drammatica e la tensione è alta.

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