Napoli. Sicuramente tutti conoscono Vasari per il trattato dedicato ai 160 artisti da Cimabue al ‘500, ancora oggi punto di partenza irrinunciabile per lo studio della loro vita e delle opere. Ma l’artista aretino, oltre che storico dell’arte, fu pittore e architetto, influenzato nelle sue opere dallo stile di Michelangelo, Raffaello e dal primo manierismo. “Vasari a Napoli. I dipinti della sacrestia di San Giovanni a Carbonara, il restauro, gli studi, le indagini”, fa scoprire questo aspetto non sempre noto della sua vita attraverso l’esposizione di sedici opere, ultimo incarico che ebbe nella città partenopea, prima di partire per Roma, dove poi le realizzò fra il 1545 e il 1546. Provenienti dalla Sacrestia della chiesa di San Giovanni a Carbonara a Napoli, le tavole saranno esposte nelle sale del secondo piano del Museo di Capodimonte fino al 27 marzo. I dipinti, che furono commissionati dall’Ordine degli Agostiniani ed eseguiti con la collaborazione di Cristofano Gherardi, uno dei suoi più brillanti collaboratori, raffigurano Storie del Vecchio Testamento e della vita di San Giovanni Battista. La collezione rievoca luoghi e monumenti di Napoli dove Vasari e i suoi collaboratori lavorarono, raccontando in questo modo la città di quei tempi. Le sedici tavole restaurate sono state collocate così come erano poste originariamente nella sacrestia e si collegano perfettamente con le altre opere dell’artista, la “Presentazione al tempio”, la “Resurrezione”, la “Cena in casa del Fariseo”, già presenti nelle collezioni del Museo di Capodimonte.
L’intervento di restauro è descritto, all’interno della mostra, con un corredo fotografico ad alta definizione che documenta anche la tecnica pittorica utilizzata dall’artista, mentre un video racconta immagini e luoghi della città vicereale dove Vasari si trovò ad operare. La mostra, posta sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, è stata organizzata e promossa dalla Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico, Artistico, Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Napoli e dall’Associazione Atlantide Ritrovata, con il contributo della Regione Campania-Assessorato al Turismo e Beni Culturali, in collaborazione con il Comune di Napoli e con il sostegno di Original Marines, Luce Bianca Gioielli italiani,Banco di Napoli e Megaride.
Felicia Liguori
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