venerdì 22 Novembre 2024
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Uomo ferito in strada, ambulanza ritarda. Ruotolo: “Diritto alla salute sacro”

NAPOLI. Ritardi nei soccorsi, è ciò che denunciano alcuni volontari dell’associazione “Figli in famiglia onlus” sulla loro pagina social dell’organizzazione e poi ripresa anche dal senatore Sandro Ruotolo sul suo profilo Facebook, che commenta: “Nel 2021 non può accadere quello che denuncia l’Onlus di San Giovanni a Teduccio, quartiere della periferia est di Napoli. Il diritto alla salute è sacro”. Apprendiamo che gli associati all’uscita dalla loro sede hanno soccorso una persona anziana in stato di semicoscienza e dolorante, probabilmente caduto accidentalmente e feritosi. L’ambulanza però arriva in ritardo: quasi un’ora e mezza dopo la prima telefonata al 118. Ecco il racconto dei volontari.
“5 febbraio 2021 – San Giovanni a Teduccio (Na)
Abbiamo finito la nostra giornata in associazione un’ora fa, quando abbiamo notato quest’uomo ferito sui cartoni della spazzatura. Ha il volto tumefatto, a tratti perde conoscenza e si addormenta.
Abbiamo chiamato il 118 alle 19.00, ci hanno detto che non hanno la possibilità di venire adesso. È passata un’ora, il signore anziano si sveglia quando gli urliamo e accusa dolori ovunque. Intanto richiamiamo il 118 e ci dicono di avere difficoltà a raggiungerci e che siamo obbligati a restare qui per non essere denunciati per omissione di soccorso. Certo che restiamo qui, ma non per la minaccia velata dei soccorritori che ancora non arrivano e che scaricano sui cittadini la responsabilità di questo mancato soccorso. Restiamo qui perché è inaccettabile che nel 2021 si rischi di morire perché dopo più di un’ora i soccorsi non arrivino. A pochi giorni dalla giornata della Memoria, è palese che non ci ricordiamo di come si trattino gli esseri umani. Scusate per i toni poco cortesi, ma è inaccettabile che un uomo sia abbandonato al suo destino. Vi aggiorniamo”.
L’evoluzione della vicenda è raccontata poi dal senatore Ruotolo: ”

Questo è il prosieguo della storia dopo aver parlato con Carmela dell’associazione Figli in Famiglia. Un’ora e mezza di attesa poi finalmente si scorge l’ambulanza del 118 con il medico affaticato che si scusa e racconta il suo inferno: “Solo 30 ambulanze, tante chiamate e l’emergenza Covid che incalza”. C’è un uomo, si chiama Nicola, non è italiano ed è a terra. Forse ha battuto la testa, si tiene anche la gamba che sembra rotta. Sono stati i volontari di ‘Figli in Famiglia Onlus’ in via Ferrante Imparato ad accorgersi della sua presenza quando hanno notato fuoriuscire dai cartoni una mano. La sua voce è flebile e invoca aiuto. Nicola era stato proprio presso l’associazione per chiedere dei generi alimentari. Forse un malore, un giramento di testa oppure l’aver inciampato: cade malamente a terra. Sono i volontari a stargli accanto. Viene contattato alle ore 19 il 118. Il responsabile della centrale operativa spiega che non ci sono mezzi a disposizione, occorre attendere. Il tempo trascorre veloce, l’uomo si lamenta, non parla l’italiano, sussurra due, tre volte il proprio nome: Nicola. A tratti perde conoscenza, si addormenta. Il volto è tumefatto, la gamba spostata. Sono le ore 20, l’ambulanza non arriva. Nicola si sveglia e i volontari gli urlano: “Come si sente?”. Balbetta poche parole, sembra che dica che non sta bene e che accusa dolori per tutto il corpo. Nuova ed ennesima chiamata al 118 e dal centralino spiegano di avere grosse difficoltà a raggiungere via Imparato. Di fronte alle proteste, allo sconforto avvisano dell’obbligo di restare accanto all’uomo ferito altrimenti scatta una denuncia per omissione di soccorso. Informazione che sorprende: nessun volontario voleva abbandonare il ferito, anzi. Occorre l’ambulanza e il medico. Finalmente alle ore 20 e 35, dopo oltre un’ora e mezzo dalla prima chiamata, giunge l’ambulanza: il medico racconta il suo inferno quotidiano, le difficoltà e il numero troppo esiguo dei mezzi di soccorso. Nicola finalmente viene immobilizzato e caricato sull’ambulanza del 118.”

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