domenica 17 Novembre 2024
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Un 8 marzo diverso quello del “Comitato mogli operai”

Riceviamo dal comitato moglie operai di Pomigliano d’Arco, una nota che di seguito pubblichiamo

Anche quest’anno l’8 marzo saremo con gli operai perché, oggi, per noi, la parità di genere diventa una “questione politica e di classe” perché solo se saranno più forti i lavoratori diventerà più debole la società della mercificazione del lavoro.

Oggi che i lavoratori sono soli più che mai, siamo con loro perché vogliamo tornare a vivere, prendere per mano i nostri figli e, con la rabbia che ci monta in testa, unirci agli operai. Siamo con loro convinte che sono ancora in tanti quelli che pensano che le cose si possono cambiare! Siamo con loro perché con il “job-act”, ed il “sex work” (ddl per la legalizzazione delle prostituzione) di Renzi e scritti sulla falsariga del “piano Marchionne” e della parallela “società del bunga bunga” cara a Berlusconi, vorrebbero farci tornare indietro di 100 anni!

“questo ddl, il sex-work, ci inquieta, come operaie, mogli, compagne e madri di operai, ma innanzitutto ci fa rabbia come donne del movimento operaio! Qui non si tratta di mitigare e normare un fenomeno in allarmante diffusione dato dalla generalizzazione della precarietà, della povertà e dell’esclusione sociale”… dichiara Mara Malavenda per il Comitato Mogli Operai di Pomigliano d’Arco… “Come già stanno tentando di fare per gli operai che vorrebbero trasformare in merce-lavoro di valore inferiore alle altre merci, col sex-work vogliono sottoporre ad analoga e moderna schiavitù economica le donne ed i loro corpi . La mercificazione dei diritti dei lavoratori e di quelli sociali sta producendo devastanti conseguenze alla condizione delle donne costrette a pagare giorno dopo giorno prezzi sempre più alti nella moderna società capitalistica. E’ di questo che il prossimo 8 marzo vogliamo discutere con i “nostri” uomini: quando la questione di genere diventa una questione politica e sociale interna alla contraddizione capitale-lavoro”.

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