Marigliano. Uno scempio nel cuore di Marigliano, uno dei segni che testimoniava l’importante e prestigiosa storia della città è stato cancellato, questa volta è toccato al grande affresco che campeggiava a Palazzo De Siena, “trafugato”. A segnalare il furto il Comitato Pro Borgo, da sempre attento alla tutela e salvaguardia dei beni architettonici e culturali della città. Con una lettera i dirigenti dell’associazione portano alla luce un episodio che rischiava altrimenti di passare inosservato. E con ironia fa notare che le norme previste per la tutela dei beni architettonici a Marigliano non sono mai state rispettate. “Esiste una legge dello Stato”, spiegano, “il decreto legislativo n. 42 del 22 gennaio 2004 che all’articolo 50 capo I recita: “È vietato, senza l’autorizzazione del soprintendente, disporre ed eseguire il distacco di affreschi, stemmi, graffiti, lapidi, iscrizioni, tabernacoli ed altri ornamenti, esposti o non alla pubblica vista”. All’articolo 169, capo I lettera a e b, la stessa legge precisa: “È punito con l’arresto da sei mesi ad un anno e con l’ammenda da euro 775 a euro 38.734,50 chiunque senza autorizzazione demolisce, rimuove, modifica, restaura ovvero esegue opere di qualunque genere sui beni culturali indicati nell’articolo, chiunque, senza l’autorizzazione del soprintendente, procede al distacco di affreschi, stemmi, graffiti, iscrizioni, tabernacoli ed altri ornamenti di edifici, esposti o non alla pubblica vista, anche se non vi sia stata la dichiarazione prevista dall’articolo 13. Orbene questa legge della Repubblica Italiana è vigente su tutto il territorio nazionale fatta eccezione però per Marigliano. Infatti, il giorno 3 agosto da Palazzo De Siena sulla centralissima Via Giannone n.69 è stato asportato (spicconato?) un mirabile affresco seicentesco raffigurante lo stemma del nobile casato de Siena, una delle prestigiose famiglie cittadine protagonista di importanti eventi. Lo stemma, dipinto nella volta del vestibolo d’ingresso, raffigurava uno scudo posto in cuore di manto in cui erano impresse l’arme del casato “D’azzurro con la banda di rosso accompagnata in capo da un sole e da tre stelle in fascia d’oro e in punta da un albero al naturale”. A questo punto l’appello del Comitato va direttamente all’amministrazione comunale per sapere quali provvedimenti saranno adottati. “Un ennesimo scempio è stato perpetrato ai danni del patrimonio culturale e della memoria storica della città”, aggiungono nella loro nota, “In merito a questo autentico crimine ci piacerebbe sapere: Quali provvedimenti saranno adottati dall’amministrazione in carica e dall’ufficio tecnico? Basta con i Barbari!!! Basta con gli scempi”. Nel corso degli anni all’antico stemma della famiglia De Siena è stata aggiunta la scritta “Cavaliere Alfonso Minale”, uno dei proprietari dello stabile. Il Palazzo De Siena sorge nel centro storico di Marigliano, in quella parte della città che meglio di altri quartieri conserva il passato nobile mariglianese. Adiacente all’edificio in cui è stato commesso questo ultimo scempio, sorge, infatti, Palazzo Cesarano, che viene segnalato nella Mappa dei Beni Culturali e Naturalistici della Provincia di Napoli, per la sua particolare valenza architettonica, destinato a dimora di sovrani, principi e famiglie nobiliari. Il Palazzo era la residenza della famiglia nobiliare Cesarano. E’ stato quasi sicuramente costruito alla fine del 1700 e attribuito a Luigi Vanvitelli, ipotesi plausibile poichè l’architetto aveva avuto rapporti di lavoro con i duchi di Marigliano.
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