Alberto Borrelli, candidato nella lista Orgoglio e Dignità Torrese alle prossime elezioni amministrative a Torre Annunziata, lancia un appello ai colleghi candidati di tutte le liste. Un invito che non si presta ad equivoci: “Facciamo muro contro la malavita organizzata, contro il disprezzo delle regole. Possiamo farcela!”. E stila un ‘catalogo’ del voto inquinato.
Per Borrelli, giornalista in pensione, le imminenti elezioni amministrative devono suonare come una vera “chiamata alle armi” contro ogni forma di illegalità.
“Chi si candida alla guida della nostra città – commenta l’ex ‘giovane consigliere comunale’, come si autodefinisce – ha il dovere di andare contro e secondo coscienza; deve contribuire ad erigere una diga contro l’incompetenza ed il malaffare”.
Nessuno può chiamarsi fuori: “Dobbiamo realizzare argini fisici oltre che morali, barriere assolutamente inespugnabili. E correre il rischio.
Cari ‘colleghi candidati’, attacchiamo l’odiosa macchina del consenso, quella che cinicamente specula sul bisogno di un lavoro, di una supplenza, di un incarico professionale, sulla speranza di poter essere curati bene anche a casa propria.
Così mi sono esercitato nello stendere un catalogo del voto
inquinato, anche da chi, magari in buona fede, resta convinto di non fare ‘nulla di male’: (“Ma se lo fanno tutti, per abitudine… E che sia chiaro: “Come si aiuta uno, così si devono aiutare tutti”). Per giustizia”.
“Ecco – spiega – il catalogo del voto inquinato seppur in molti casi in buona fede… Insisto: anche in questo caso “Bisogna andare contro”.
– Contro il voto di scambio (“in quale sezione votate? Che vi serve? Che tenete da pagare? L’uomo di legge? A
disposizione! E qualche incarico annuale…”). Così si lavora un po’ tutti…”.
– Contro il voto di convenienza (“Vorrei votare chi stimo ma
devo votare chi ci può far avere l’accompagnamento. Subito…”).
– Contro il voto obbligato (“… Quello mi ha aiutato a fare la domanda per il concorso… Mi ha dato pure i libri e le sue dispense… Si è messo a disposizione. Mi dispiace, ti avrei
votato ma sono in obbligo con questo che è pure amico di
famiglia…”).
Contro il voto forzato al parente di turno, messo in lista solo perché ha una famiglia estesa: (… “Nostro nipote non ci piace, non è capace: ma se non escono i voti mettiamo la guerra in famiglia”).
– Contro il voto furbo: (… “Ah se ci riusciamo; ma lo sai quante famiglie hanno ancora i figli a scuola?. Poi ci sono le supplenze, gli straordinari, gli incarichi professionali…”.
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