venerdì 22 Novembre 2024
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Tolc medicina: da Napoli il 2 ottobre per abolire il numero chiuso

Parte da Napoli, il due ottobre, il tour dei diritti per chiedere l’abolizione del numero chiuso a medicina con un doppio appuntamento: alle 10 in piazza Garibaldi nei pressi dell’hotel Terminus con tutti i ricorrenti e coloro che vogliono firmare la petizione e alle 15 nelle sale dell’Hotel Terminus per dare informazioni sull’azione legale che sarà condotta dallo studio legale Leone – Fell & C.

Nei giorni scorsi, proprio a seguito delle campagne lanciate dallo studio legale, si è costituito un Comitato per l’abolizione del numero chiuso #iononhoimbrogliato che, come prima azione, ha pubblicato un appello-petizione al Ministro Bernini, sul sito change.org (https://chng.it/Z4bBfyFWQJ) che, ha già superato le 35000 firme
L’obiettivo è quello di raccogliere migliaia di firme e portare fisicamente l’appello a Roma, nella sede del Ministero, entro fine ottobre.

“È un risultato straordinario – dichiarano Francesco Leone e Simona Fell, soci fondatori dello studio Leone-Fell – ma che non ci coglie affatto di sorpresa. Parlare ancora di test d’accesso quando le corsie degli ospedali sono sempre più deserte è anacronistico oltre che dannoso, non solo perché lede il diritto allo studio ma anche quello alla salute di tutti noi cittadini”.

Nato spontaneamente da un gruppo di studenti, genitori e cittadini, il Comitato ha come obiettivo quello di portare avanti iniziative per ottenere il superamento dell’attuale sistema d’ingresso a Medicina garantendo finalmente il pieno diritto allo studio a migliaia di ragazze e ragazzi e assicurando, contestualmente, una rapida soluzione alla tragica carenza di medici.

“Da troppo tempo, infatti – dicono dal Comitato – ci siamo assuefatti all’idea che i giovani debbano rinunciare ai propri sogni a causa di un folle test a risposta multipla e che gli ammalati possano morire per le liste d’attesa troppo lunghe o perché, più banalmente, non ci sono abbastanza medici nelle corsie d’ospedale o sul territorio”.
Dopo l’esposto in Procura, le indagini della polizia postale e la notifica dei primi ricorsi al Tar dello studio legale Leone-Fell & C., gli avvocati gireranno l’Italia per spiegare le ragioni della loro battaglia e incontrare tutti coloro che vogliono partecipare attivamente alle azioni di protesta.

Gentile Ministro Anna Maria Bernini,
ci rivolgiamo a Lei in qualità di giovani, famiglie e semplici cittadini preoccupati per il loro futuro e per quello della sanità italiana. La situazione attuale ci impone di affrontare con urgenza la questione del numero chiuso e del sistema d’accesso a Medicina che – a causa delle vicende dell’ultima sessione di Tolc – ha invaso le pagine dei principali quotidiani italiani.
È innegabile che l’Italia stia affrontando una delle più gravi situazioni in ambito sanitario e assistenziale: la carenza di medici è ormai cronica. Lo abbiamo visto durante pandemia di Covid-19 e continuiamo a vederlo, ancora oggi: corsie ospedaliere vuote, medici in pensione richiamati in servizio, medici stranieri assunti per non chiudere i reparti. I cittadini muoiono perché privati di assistenza medica di prossimità e ospedaliera ma il sistema del numero chiuso, unica causa di questo sfacelo, resta intoccabile e tenacemente protetto da pochi interessi di parte.
Noi riteniamo che sia giunto il momento che la politica, a partire da Lei signora Ministro, debba prendersi le sue responsabilità e rivedere profondamente il sistema d’accesso alla formazione medica considerando improcrastinabile l’abolizione del numero chiuso.
Il metodo attuale d’accesso alle professioni mediche non tiene infatti conto né delle esigenze reali del nostro sistema sanitario né prevede un sistema di selezione legittimo e meritocratico.
L’ultima sessione del Tolc, in particolare, può essere considerata la peggiore procedura selettiva di sempre. Signora Ministro chieda pure ai candidati cosa è stato realmente l’ultimo test di medicina…
Un calvario costato caro a migliaia di famiglie dove non è stata la preparazione ad essere premiata, né è stato l’impegno ad avere la meglio. No. È stata la casualità di un quiz iperspecialistico e la fatalità di un sistema “equalizzato” aleatorio a decretare chi potrà proseguire per la propria strada e chi no, ledendo quel diritto allo studio sancito dal nostro ordinamento.
Il diritto allo studio non può essere neanche ad appannaggio di chi ha maggiori possibilità economiche e può permettersi l’iscrizione, sin dagli anni del liceo, in costose scuole di preparazione. Così come non è neanche corretto che un ragazzo del liceo si concentri di più nella preparazione ai test piuttosto che preoccuparsi del proprio percorso scolastico.
L’apertura ai test anche ai ragazzi di quarto anno getta poi ulteriori ombre sui Tolc e sull’equalizzazione. Come può un ragazzo di quarto anno rispondere a domande specialistiche, quando ad aprile (o addirittura a febbraio per il Tolc 2024) non ha neanche ultimato il programma del suo anno? Eppure, la stessa norma che disciplina il Tolc prevede chiaramente che i quesiti debbano basarsi sull’intero programma della scuola secondaria superiore. Perché allora fare partecipare ragazzi che ancora non hanno concluso il loro percorso formativo, pur sapendo a priori che non potranno rispondere compiutamente a tutte le domande, finendo con il distorcere i risultati dell’equalizzazione?
Allo stesso modo ci domandiamo come sia stato possibile prevedere la somministrazione delle medesime domande tra le due ultime sessioni del Tolc. Non era prevedibile che candidati e scuole di preparazione avrebbero autoprodotto delle banche dati ad aprile per ottenere un indebito vantaggio a luglio?
Alla luce anche dell’ultima sciagurata sessione del Tolc, diverse Regioni, come la Campania, l’Emilia Romagna e il Veneto stanno lavorando per eliminare il numero chiuso, con proposte di legge e Ddl regionali. Serve una riforma vera, e serve adesso.
Le chiediamo dunque di guardare all’intera vicenda e, con onestà intellettuale, analizzare le falle di un sistema imperfetto, per rivedere una volta e per tutte il metodo d’accesso alle facoltà di Medicina, Odontoiatria e Veterinaria.
Servono più medici che possano anche coprire la totalità delle borse erogate per le Specializzazioni mediche (2043 quelle non assegnate quest’anno per mancanza di candidati).
Servono più medici per garantire uno standard elevato di assistenza sanitaria. Servono più medici per affrontare con determinazione le sfide del futuro.
E servono, caro Ministro, giovani che abbiano la possibilità di mettersi in gioco, credere in loro stessi e che, soprattutto, abbiano fiducia nel proprio Paese senza essere costretti ad andar via.

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