Terzigno. L’ultimo saluto a Giuseppe Boccia il 56enne che si è tolto la vita domenica sera è stato dato ieri mattina tra il silenzio di quanti hanno voluto salutare l’imprenditore ma soprattutto nel dolore dei familiari. Al fianco del feretro i tre figli e la moglie che con il volto di chi perde tutto quello che di importante esiste come un padre ed un marito, hanno preferito non commentare. Ma nel giorno del dolore c’è anche quello della rabbia. Quello di chi sapeva e faceva nulla, e non ha fatto nulla. Secondo indiscrezioni infatti il gesto estremo di Boccia è frutto di continue richieste di aiuto. L’uomo aveva da diversi mesi dei gravi problemi economici, che via via erano aumentati proprio dopo l’ultima visita del “benefattore”. Questo è quanto si commenta. Un uomo che pur di riportare la sua attività, che subiva anch’essa i problemi della crisi, aveva chiesto un prestito ad un amico per rinnovare il locale. Non era poi di seguito riuscito a sdebitarsi. Cosi sembra iniziato il calvario. Le pressioni continua, delle visite strane al pub, la pura di non farcela, e la stessa paura di non sapere cosa fare fino al gesto estremo che lo ha portato cosi domenica sera ad impiccarsi. Da solo nel buio di uno scantinato, da solo come lo era da diversi mesi, il tutto nell’ombra di una famiglia che non aveva mai sospettato di nulla. Tutte ipotesi al vaglio ancora degli inquirenti per cercare di capire se effettivamente sotto questo dramma ci sia lo sfondo del racket e dell’usura.
Serena Ruta
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