giovedì 5 Dicembre 2024
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Terzigno. Crolli nella villa rustica in Cava Ranieri. L’appello alla Soprintendenza dei Giovani Democratici

Terzigno. Quando venne alla luce nel 1981 la villa rustica romana di cava Ranieri fu definita “l’opportunità turistico economica per Terzigno”, oggi, dopo 31 anni invece, è l’esempio dell’occasione perduta e soprattutto dell’abbandono più totale. Un crollo nei primi di agosto, un altro meno di quattro giorni fa. Tutto intorno rifiuti ed erbacce. E’ la morte della storia, dell’arte ma prima di tutto la sepoltura autorizzata di chi continua a non intervenire. La vecchia tettoia in lamiera sostenuta da pali in legno che proteggevano il sito ha ceduto: due crolli, uno a distanza di pochi giorni dall’altro e il tutto senza che nessuno, tutt’oggi, intervenga. “Gli antichi resti sono in pericolo – spiega Gennaro Barbato del Comitato Civico di Ottaviano che si occupa delle tutela dei beni archeologici – e il tutto mentre nessuno interviene”. Il suo appello rimbomba, ma in un silenzio. “Parte dei dolium custoditi potrebbero essere andati perduti, quei pali sono datati oltre trent’anni e sicuramente saranno in un cattivo stato, quello che poi li ha fatti cedere. La Soprintendeza di Napoli e Pompei sembra aver dimenticato questo tesoro e non può lasciare che continui a cadere”. Eppure quella villa rustica, un tempo fu definita il primo passo per il rilancio turistico ed economico della città. Ed oggi? Una pattumiera. Quando gli archeologi effettuarono i primi sopralluoghi si gridò al “tesoro”: liberata dalla coltre di lapilli del Vesuvio risalenti all’eruzione del 79 d.C. la villa restituì oltre a 36 dolium, vasi in terracotta di forma ovale utilizzati per la conservazione del vino e delle derrate alimentari. Tra questi cinque scheletri che furono ricondotti ad i componenti di un nucleo familiare. Con loro monili d’oro, ma anche monete e accessori. Tutto dimenticato. Si provò a tutelarli ricoprendoli con una tettoia molto rudimentale “è una precauzione momentanea, poi rivaluteremo il sito” giustificò al Soprintendenza di Pompei. Dopo trent’anni il sito sta sprofondando nuovamente. Ma quello che aggrava la situazione è la quantità di rifiuti che circondano quel patrimonio archeologico: rifiuti di ogni genere, dai pneumatici agli elettrodomestici, in alcuni angoli la terra regala i resti della discarica, e tutto intorno si prega per una bonifica. Ad implodere per primi sono i Giovani Democratici “La nostra indignazione è grande, visto che il patrimonio artistico, ambientale e storico di Terzigno è costantemente vittima di abusi ed è vittima dell’incuria di coloro che non si rendono conto quanto abbia da offrire questa Terra, che ha solo bisogno di essere valorizzata. In un periodo di profonda crisicome quello attuale per realizzare piani di crescita, ogni paese dovrebbe guardare alle proprie potenzialità, ed indubbiamente tra le potenzialità di Terzigno troviamo il patrimonio naturalistico e storico culturale”. Ad intervenire è stato anche l’assessore al patrimonio Pietro Langella “Rimango deluso e senza dubbio mortificato della disattenzione della Soprintendenza – incalza – il territorio vesuviano è noto per il patrimonio artistico culturale che nasconde e che cerca ad ogni modo di tutelare, ma vigilare su tali strutture è un diritto ed un dovere. Non si può creare un circuito di sviluppo se prima non si prende atto che Terzigno, come Poggiomarino e Ottaviano, nascondo patrimoni di ville che obbligano un investimento cospicuo”. (Metropolis 25 Agosto 2012)

Giovanna Salvati

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