Palma Campania. Insanguinato e ferito si è trascinato fino alla vicina caserma dei carabinieri e subito ha raccontato: “Mio fratello ha cercato di uccidermi”. Luciano Mutone, 42 anni, è la vittima di questo gesto di violenza estrema a colpirlo, con un grosso coltello da cucina, il fratello Felice Mutone, 38 anni, che i militari hanno prontamente arrestato. L’uomo non è nuovo ad episodi simili, è noto alle forze dell’ordine, proprio per tentato omicidio e violazione sulla legge sulle armi. Era stato scarcerato ad aprile del 2009 e da allora era sottoposto alla misura di sicurezza della libertà vigilata. Il 1 maggio del 1998 era stato arrestato per associazione a delinquere di tipo mafioso e traffico di stupefacenti, ritenuto dagli inquirenti uno dei killer del clan De Luca Bossa operante a Ponticelli. Una cosca che all’epoca del suo arresto era guidata da Antonio De Luca Bossa (detto Tonino o ‘sicco) ed era contrapposto al clan Sarno, una guerra che portò il 25 aprile del 1998 ad un attentato sanguinario: un’autobomba fu fatta esplodere lungo via Argine a bordo Luigi Amitrano, un nipote del boss Vincenzo Sarno.
L’altra sera a Palma Campania invece la lite che ha riportato Mutone di nuovo alla ribalta delle cronache. Nella notte tra l’11 e il 12 maggio, ma i dettagli sono emersi soltanto ieri. Felice e Luciano si trovavano nella casa paterna in via Croce, distante poche centinaia di metri dalla locale stazione dell’Arma. Quando per futili motivi è scoppiato un acceso diverbio che si è concluso con la coltellata che il più giovane dei fratelli ha sferrato nei confronti dell’altro, colpendolo all’avambraccio sinistro. Una chiara ferita di difesa, probabilmente l’obiettivo di Felice doveva essere il torace o il busto, preso dall’ira avrebbe, dunque, cercato di uccidere il sangue del suo sangue. L’uomo ferito è scappato fuori casa, ha percorso a piedi le poche centinaia di metri che distano dalla caserma ed ha bussato. Qui i militari resosi conto dell’emorragia che non si arrestava e dell’impossibilità di fare arrivare sul posto tempestivamente l’ambulanza del 118 hanno deciso di accompagnare direttamente Mutone in ospedale. Al pronto soccorso del “Santa Maria della Pietà” di Nola i medici gli hanno suturato la ferita giudicandolo guaribile in 11 giorni.
Le immediate indagini hanno portato all’arresto. I carabinieri, in collaborazione con i colleghi del Nucleo operativo e radiomobile della Compagnia di Nola (agli ordini del capitano Andrea Massari) hanno rintracciato tempestivamente Felice Mutone e l’hanno arrestato per lesioni personali gravi. La vittima, infatti, una volta interrogato dai carabinieri non ha più voluto dare spiegazioni riguardo l’accaduto. I militari, hanno anche sequestrato l’arma, il grosso coltello, e gli abiti che indossava, tutti macchiati di sangue. Il sangue del fratello che stava per uccidere.
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