Pomigliano d’Arco. Telecamere di sicurezza spente o rese inutilizzabili. A Pomigliano d’Arco, le forse dell’ordine stanno indagando sul sistema di sorveglianza di cui è dotato il Comune e che è tornato prepotentemente in auge da gennaio in poi, quando la città e l’amministrazione comunale sono state oggetto di diversi atti intimidatori, alcuni compiuti proprio sotto quello che doveva essere l’occhio vigile delle telecamere e che non lo è stato. A denunciare che le apparecchiature poste sotto il municipio fossero spente, era stato il consigliere comunale del Pdl, Carlo De Falco. Nel 2006 aveva presentato un’interrogazione consiliare in cui segnalava il fatto che le telecamere al Parco pubblico fossero “involucri vuoti”.
“Oggi apprendiamo che le telecamere non funzionano”, dice De Falco, “né quelle nel Parco, né quelle davanti al municipio, né quelle per il controllo del traffico, eppure sono stati spesi milioni di euro ed cittadini che dovrebbero sentirsi sicuri non lo sono affatto. E’ scandaloso che le telecamere siano ancora inattive quando il sindaco Antonio Della Ratta aveva promesso che sarebbero tornate in funzione tempestivamente. Della Ratta millanta cose che non sono assolutamente vere”. Le forze dell’ordine stanno indagando proprio per capire perché un servizio pagato dai cittadini è inutile. Nei giorni scorsi sono stati ascoltati alcuni amministratori, e nei prossimi giorni saranno sentiti a riguardo anche dei tecnici del Comune. In base a quanto si sarebbe appurato finora, le telecamere che sorvegliano il Parco non sarebbero mai entrate in funzione, e quelle sistemate nei pressi del municipio sarebbero inutili. Pare sia scaduto il contratto con la società che gestisce i dati delle riprese e quindi non vengono più catalogati e sono inservibili. In passato le vecchie amministrazioni comunali avevano anche sottoscritto un accordo con un’azienda per effettuare il monitoraggio del traffico cittadino, attraverso un sofisticato sistema di fibre ottiche e cavi interrati, quel progetto così avveniristico sarebbe fallito miseramente, eppure all’epoca costò alle casse comunali circa 1miliardo e 200milioni di lire. Ora sta agli inquirenti capire il perché.
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