Salerno. Grande successo, per lo spettacolo al teatro Piccolo Teatro del Giullare. In scena “Attesa, frammenti di pensiero”. Un sogno, un viaggio che la sensibile mente visionaria della regista e attrice Brunella Caputo ha messo in scena il weekend della epifania.
Lo spettacolo nasce dall’omonima antologia curata dalla stessa regista.
La performance si è aperta con una fantastica tela, disegnata dall’artista Marco Vecchio. A seguire i protagonisti dell’Attesa: Andrea Bloise, Brunella Caputo e Teresa Di Florio hanno raccontato, a volte dialogando tra loro, o esibendo in monologhi, intessendo speranze, sogni e aspettative “appettando Godot.
Mentre loro attendono si susseguono ad intervalli regolari altri attori, Davide Curzio, Concita De Luca, Augusto Landi e Letizia Vicidomini che rappresentano gli “spazi” temporali: Il tempo, la verità, il viaggio e l’arrivo.
Godot di Samuel Beckett è l’ispirazione dell’antologia e della performance teatrale. “Attese che derivano da frammenti di pensiero. Perché l’attesa si forma in un frammento di pensiero, secondo una mia strana visione del tempo, con un percorso non definito. Un frammento che nasce nella mente, cammina nel tempo, scopre una delle possibili verità, corre in un viaggio immaginario, arriva in un luogo spesso non conosciuto.
Il sentiero che l’attesa percorre non è definito ma, i tre protagonisti cercano di seguirlo lo stesso. Per scoprire poi che l’arrivo non è altro che un’ulteriore attesa.
E senza nessuna linea da seguire, in un circo di musica, dipinti e colori, tante voci insieme, mischiate e imbrogliate, saranno un’unica voce, un’attesa possibile.”. Queste le parole di Brunella Caputo nel descrivere la sua idea, che ha funzionato alla perfezione, anche nella tempistica dello spettacolo, la gente aveva voglia di stare ancora ad ascoltarli, avvicendarsi mentre raccontavano, le diverse attese.
Ognuno “spende” il tempo dell’attesa come preferisce, a volte si è in ostaggio dell’attesa, o si inganna l’attesa.
Anche la scelta dei costumi e dei simboli, dei vari personaggi, sono stati fortemente decisivi a regalare emozioni al pubblico. La clessidra, le Rose donate dal Tempo, la Verità che ha fatto luce sulla prigionia del Tempo, sulla loro immobilità dell’attesa e la tranquillità del Viaggio e del Tempo che passa inesorabile. Come in un caleidoscopio abbiamo viaggiato insieme ai protagonisti, calando il sipario sulla giostra, chiamata vita.
Foto di Cristina Santonicola.
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