Con questo nuovo e sconvolgente spettacolo Wim Vandekeybus crea un racconto mitico di confronto e trasformazione, luce e oscurità, morte e rinascita. Per questo collabora con il compositore Charo Calvo, otto danzatori e – per la prima volta – con il performer e artista visivo Olivier de Sagazan uno dei protagonisti assoluti della Biennale di Venezia 2021. Insieme, Vandekeybus e Sagazan, creano un mondo in cui i corpi si bilanciano come sculture viventi e carnali tra l’utopico e il raccapricciante, il potente e il fragile. Il titolo poetico e misterioso è un verso tratto da un inno della sacerdotessa sumera Enheduanna alla dea Inanna. Di tutti i miti che circondano la dea Inanna, la sua spettacolare discesa negli inferi è la più intrigante. Innana è l’incarnazione divina dei paradossi dell’esistenza umana e le sue azioni sono un riflesso delle tensioni e delle contraddizioni che ogni persona è costretta ad affrontare nella vita. Sia le produzioni di Wim Vandekeybus che le performance di Olivier de Sagazan lavorano al confine tra ciò che significa essere “corporeo” ed essere “umano”. Vandekeybus ha sviluppato il suo linguaggio del movimento basato su reazioni impulsive di fronte a situazioni di pericolo. Al centro del lavoro di de Sagazan c’è la trasfigurazione del corpo e del viso con argilla e pittura in un pezzo di carne anonimo. L’esplorazione dei limiti umani di Vandekeybus e de Sagazan trova un’eco musicale nella trama della musica elettroacustica di Charo Calvo.
Durata 85 min.
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