Dopo quattro mesi “bocciata” la proposta di Fli lanciata agli amministratori comunaloi di Somma Vesuviana: rinunciare al gettone di presenza e allo stipendio da assessori per rimpinguare le casse a favore delle politiche sociali.
Soltanto gli stessi consiglieri del partito di Fini, il capogruppo Alfonso Allocca e Pasquale Auriemma hanno protocollato la rinuncia alla segretaria comunale, con loro il vicesindaco Francesco Giordano che, generosamente, invece di tagliarsi lo stipendio soltanto del 20% (come era stato richiesto dal partito di maggioranza ai componenti della giunta di centrodestra del sindaco Ferdinando Allocca), ha deciso di rinunciare a tutta la somma che gli viene pagata per il suo ruolo nell’esecutivo.
“Sappiamo che questo gesto non serve a sanare le casse comunali”, spiega Pasquale Auriemma, “ne a risolvere i problemi della crisi economica di molte famiglie che vivono a Somma, ma volevamo dare un segnale di impegno concreto- nei confronti di chi vive il disagio e con questa iniziativa possiamo farlo. Peccato che non abbiano partecipato tutti”. I tagli sono diventati concreti dal 1 agosto, ed è stato preparato anche un capitolo di bilancio su cui finiranno questi fondi da utilizzare appunto per le spese sociali. Se avessero partecipato tutti la cifra accumulata avrebbe potuto variare dai 120mila ai 130 mila euro. La cifra che spetta ai consiglieri comunali varia , infatti, dalle sedute dei consigli comunali e delle commissioni. Basti pensare che lo scorso anno per il solo compenso della giunta sono stati stanziati in Bilancio 243mila euro. La proposta era stata fatta da Fli ai consiglieri di maggioranza e minoranza, oltre che alla giunta. Alcuni, in “camera caritatis”, hanno fatto sapere di non poter rinunciare al gettone di presenza perché fare il consigliere comunale “costa” in termini anche di caffè da offrire, altri che il gesto poteva prestare il fianco a polemiche politiche, troppo vicine sono le elezioni. Chi giustifica pubblicamente la sua decisione a non partecipare è Alfonso Auriemma, consigliere del Pd. “Non ho aderito alla proposta perchè giunta a pochi mesi dal voto”, chiarisce Auriemma, “nella migliore delle ipotesi, potrebbe essere protagonismo pre-elettorale, nella peggiore, invece, non vorrei che i soldi accantonati si prestassero ad operazioni clientelari. Sono in grado di fare a meno del gettone di presenza, 20 euro netti circa a seduta di Consiglio o Commissione per un totale che oscilla tra 150 ed i 200 euro al mese, ma vorrei devolverlo ad una causa degna. Non a questa Amministrazione per il modo in cui ha governato in tutto il corso del mandato”. Antesignano di questa proposta resta però Antonio Parisi, consigliere di maggioranza che già da oltre un anno non percepisce il gettone di presenza. Un anno e mezzo fa, l’esponente di “Mezzogiorno e Libertà”, con una nota protocollata in Comune ha ufficialmente rinunciato al suo compenso.

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