domenica 22 Dicembre 2024
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Successo per la 1a edizione del premio Raimondo Di Sangro

– Napoli – La prima edizione del “Premio Raimondo Di Sangro”, si è svolta presso la splendida struttura Uniclub via Montagna Spaccata, 519 (www.refashion.it).

Organizzato dall’Associazione Raimondo Di Sangro nelle persone di Salvatore Balasco (presidente), Angelo Marciano (vice presidente), Pierluca Marino (Segretario), la manifestazione ha visto in qualità di sponsor: Gruppo Marino – Wikingi (www.wikingi.com), New d-economy (servizi fiscali e gestionali), Piemes di Fabio Locorotondo, Visiotrade (The commerce network); e come media partner: Gianmarino Editore, Sapienza e Sapori Tv, WBE CHANNEL (televisione statunitense), Vox Popoli.

Come ci comunica Erika Sito, la serata si è svolta in un alternarsi di degustazioni, musica da camera egregiamente eseguita dai maestri Lorenzo Marino (alla chitarra) e Marco Musco (al violino), di premiazioni, interviste, testimonianze, omaggi floreali, scambi di opionini e tanto altro. Un successo rivelatosi sin dal principio, prima del suo svolgimento. Infatti, non era neanche nata la prima edizione che già si stava programmando la seconda, per cui è stata fissata già una data orientativa prevista per il 28 ottobre 2016. Un vero trionfo confermato, poi, dai numerosi partecipanti, che hanno dimostrato il proprio entusiasmo, intervenendo attivamente all’evento fino a notte inoltrata.

La nascita del Premio Raimondo Di Sangro “Questa manifestazione dedicata a “Raimondo Di Sangro”, vuole essere il richiamo all’Integrazione, all’Accoglienza e alla Solidarietà. Lo scopo della nascita di questo premio, richiede implicazioni di tipo personale. La manifestazione premia le persone che si sono distinte per il loro impegno a favore dei bisognosi, attraverso un lavoro continuativo. I premiati si sono resi protagonisti di azioni particolarmente degne di attenzioni. Personalità di spicco che si mettono a disposizione del prossimo, impegnandosi in progetti di solidarietà. Quando, siamo chiamati a sacrificarci, quando dobbiamo pagare di tasca nostra, donando volontariamente ed amorevolmente un poco del nostro tempo, accade sistematicamente che in molti, in maniera più o meno tacita, vengano meno al loro coinvolgimento. La povertà nella nostra città ha un volto, un nome e delle precise esigenze primarie. Questa iniziativa ci impone di testimoniare la propria adesione ad un’idea, alla forza di credere ed il coraggio di rappresentare i bisogni del prossimo.”

(Pierluca Marino) Cenni storici. Raimondo Di Sangro – Principe di San Severo Rampollo di un casato di altissimo rango, egli nacque il 30 gennaio 1710 a Torremaggiore, in Puglia, ove i Sansevero possedevano la maggior parte dei loro feudi e fu, poi, trasferito a Napoli, in un imponente palazzo in Largo San Domenico Maggiore. A Napoli egli ricevette la prima educazione e fu avviato allo studio di letteratura, geografia ed arti cavalleresche. Ben presto, però, si comprese che la sua era una mente eccezionalmente dotata. Fu inviato a Roma presso il Collegio dei Gesuiti. Sotto la direzione di insigni maestri, Raimondo si dedicò, con sorprendente profitto, alla filosofia, alle lingue, alla pirotecnica, alle scienze naturali, all’idrostatica e all’architettura militare. Terminati gli studi nel 1730, egli visse tra Napoli e Torremaggiore fino al 1737, anno in cui si stabilì definitivamente in Palazzo Sansevero, nel cuore del centro antico di Napoli. Con l’animo sempre “applicato a nuove scoperte”, egli si distingueva intanto per le sue invenzioni. Il suo capolavoro letterario: la “Lettura Apologetica dell’Esercitato Accademico della Crusca”. Di Sangro si gettò, oltre che nello “studio della fisica sperimentale”, anche nella “solidarietà verso i Napoletani che frequentavano e lavoravano per la ristrutturazione della famosa “Cappella”, dove venivano alla luce capolavori come la Pudicizia, il Cristo Velato, il Disinganno. Raimondo Di Sangro lascia con la sua morte, avvenuta il 22 marzo del 1771, un mito “orgoglio di Napoli”, destinato a durare nei secoli. Egli fu il più rappresentativo e, al contempo, originale esponente di quel ceto aristocratico illuminato, attivo nella vita sociale e nella solidarietà verso il popolo Napoletano. E’ stato l’antesignano nel cogliere il segno dell’evolversi della storia e nel favorire quel rinnovamento civile che avrebbe trovato nella generazione.

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