SOMMA VESUVIANA. E’ cominciata con una commemorazione al cimitero di Somma Vesuviana e poi una messa nella chiesa di San Giorgio la giornata per ricordare le vittime sommesi della strage del Rapido 904.
In quel terribile attentato fu sterminata un’intera famiglia: Nicola De Simone, 40 anni e la moglie Angela Calvanese di 33 e i loro bimbi Giovanni di 4 e Anna di 9.
Prima una corona deposta al cimitero cittadino alla presenza delle autorità civili e militari, voluta dal sindaco Pasquale Piccolo e dall’assessore Elena Terraferma e a seguire una messa celebrata dal vescovo di Nola Beniamino Depalma.
“Abbiamo vissuto giorni terribili negli anni ’70 e ’80”, ha ricordato il vescovo, “con la violenza del terrorismo, l’ideologia che credeva di cambiare il mondo, la storia, la struttura e invece è stata soltanto follia. Follia, quando l’ideologia prende la guida e non è più attenta all’uomo che diventa invece un nemico da eliminare. La vita va rispettata. Si dice che la storia sia maestra di vita, ma abbiamo davvero imparato da quegli anni? Da quel 23 dicembre del 1984 abbiamo imparato che l’uomo va difeso, ma da quello accade nel mondo si vede che non non abbiamo imparato molto. La violenza crea nemici non fratelli, tante vittime, molte conosciute altre meno sono stati crocifissi perchè gli uomini cominciassero a pensare”. E poi ha aggiunto: “Crocifissi come le vittime di quell’attentato, le vittime della famiglia Caslvanese e De Simone, la loro una missione per dire a tutti noi aprite gli occhi, non costruite sulla violenza, sull’ingiustizia, sull’ideologia. Ricordiamo le vostre vittime perchè senza saperlo c’hanno insegnato a pensare. Oggi il loro esempio è importante per dire ai giovani di Somma Vesuviana che così non si può vivere. Ognuno per la sua parte deve agire per dimostrare che si può cambiare. Il Signore ci dona la speranza che loro contributo sia servito per il bene della società”.
FOTO DI UMBERTO BELLINI
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