Napoli. Chiedono a gran voce di essere ascoltati, sulle loro spalle la responsabilità delle loro famiglie e di quelle degli autisti e operai, la categoria degli autotrasportatori è stata invisibile per anni e le loro richieste inascoltate sono rimaste “strozzate” soprattutto durante la pandemia e negli ultimi tempi con il prezzo del carburante che è schizzato alle stelle. Spese che aumentano e introiti che rimangono uguali se non in diminuizione, insomma una categoria che ha deciso di battere il pugno sul tavolo e alzare la voce. Il tavolo tecnico parte proprio da Napoli con la sinergia di 150 autotrasportatori. La loro indipendente “unions” ha dato vita alla “Autotrasportatori Autonomi” e la riunione che ha dato l’impulso alla nascita di questa nuova organizzazione si è tenuta negli uffici dell’Alterio Group. Le cento e passa voci si erano già riunite in un gruppo Whatsapp “Trasportatori Amici” creato nello specifico durante il lockdown, quì gli imprenditori su gomma potevano confrontarsi sulle problematiche legate alle restrizioni per il contenimento del contagio e le difficoltà che aumentavano giorno per giorno in un periodo economico e sociale difficilissimo. Ma il gruppo è cresciuto fino a divenire un quasi sindacato e ora è importante reclamare garanzie per un lavoro che ha conosciuto sì tempi migliori ma che ha visto anche sacrifici immani da parte degli autisti e degli stessi titolari delle aziende di autotrasporti. Tra le problematiche da far attenzionare al ministero dei Trasporti l’aumento del carburante e la formazione del personale viaggiante, il Governo deve dare “risposte chiare e immediate”, così dicono alcuni lavoratori del settore. Come riporta www.sudnotizie.com, il vicepresidente della sezione Logistica, Intermodalità e Trasorti dell’Unione industriale di Napoli e amministratore delegato di Tutela+ Giuseppe Altamura spiega: «La riunione ha visto la partecipazione dei principali imprenditori del Trasporto campano è giunto il momento di riconoscere a questa categoria un’alta professionalità e il giusto riconoscimento economico per garantire, non solo a loro ma a tutti noi, alti livelli di sicurezza e standard ambientali».
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