Napoli. Il 16 ottobre del 2021 ricorrerà la prima commemorazione della morte del futuro!
Dal 16 ottobre 2020, con una improvvisa ordinanza (n. 79 del 15 ottobre 2020), la Regione Campania ha imposto la sospensione, fino al 30 ottobre 2020, di tutte le attività didattiche in presenza nelle scuole dell’infanzia, primarie e secondarie.
Ancora una volta, sottolinea l’avv. Giuseppe Sorrentino (Presidente del Comitato scientifico di Adusbef) di fronte alle evidenti difficoltà di gestione di una crisi, oggi come in passato, si è deciso, a cuor leggero, che il primo “bene” sacrificabile dovesse essere il futuro dei giovani. Inutile che ci si faccia scudo dietro l’emergenza sanitaria poiché l’atteggiamento, i tempi e modalità adoperate sottendono patologie di carattere culturale ed istituzionale.
Qualsiasi crisi, economica, finanziaria, del mercato di lavoro, che ha attraversato il nostro Paese negli ultimi 20 anni ha sempre avuto la medesima vittima sacrificale: i giovani.
In questo momento preciso, però, il crimine si presenta ancora più efferato, poiché non colpisce solo quelli in età prossima a quella lavorativa, bensì anche gli studenti delle scuole primarie e secondarie, per i quali la scuola rappresenta il centro di pieno sviluppo delle loro personalità ed individualità.( art 2 della Costituzione).
Un blocco lineare, sottolinea l’avv. Giuseppe Sorrentino, senza preavviso e concertazione con gli amministratori e le autorità sanitarie locali è inopportuno ed ingiustificato; o meglio è giustificato solo ove si ritenga l’istruzione un bene di seconda fascia.
Risulta che tra il mese di maggio e quello di settembre, oltre alle ingombranti, impetuose, sontuose ed “affollate “campagne elettorali si siano prodotte norme o procedure di coordinamento con gli amministratori locali al fine di localizzare le misure di contenimento del contagio, di modo da garantire l’esercizio dei servizi essenziali, tra cui l’istruzione?
Risulta che tra maggio e settembre, in previsione della ripresa dei contagi, oltre alle ingombranti, impetuose, sontuose ed “affollate “campagne elettorali si sia provveduto ad implementare, anche ricorrendo a privati, e differenziare per segmenti i trasporti pubblici, di modo da consentire agli studenti il regolare svolgimento della didattica in presenza?
Risulta che tra maggio e settembre, oltre alle ingombranti, impetuose, sontuose ed “affollate “campagne elettorali si siano create commissioni presso gli enti locali utili a predisporre un piano di azione concordato per garantire il regolare svolgimento dell’attività scolastica?
In un paese che ha tra le sue priorità le nuove generazioni la chiusura delle scuole non può che rappresentare l’estrema ratio, da adottare, eventualmente, con provvedimenti e procedure localizzate in considerazione della diffusione del contagio.
Che senso ha decretare una sospensione generalizzata dell’attività scolastica presso scuole primarie e secondario con tasso di contagio statisticamente pari a zero, se non quello di condannare il futuro di un numero indeterminato di ragazzi?
Il dramma nel dramma è che i primi destinatari della nefasta sorte saranno i giovani già “socialmente deboli” in quanto vedono crollare, sotto il martello della scelleratezza, l’ultimo baluardo per il loro riscatto sociale; qualsiasi paese che si dichiari democratico, di tanto, non può che subire l’onda della vergogna.
E’ ora che le comunità locali si riapproprino della loro centralità e che, nel rispetto delle regole costituzionali attributive di competenza, diano il LA ad una rivoluzione democratica che parta dal basso.
Il mio augurio, conclude l’avvocato Giuseppe Sorrentino, è che gli amministratori locali decidano di recitare il ruolo di attori, non più di controfigure, ed anziché subire passivamente scelte inopportune costituiscano commissioni locali che, coinvolgendo Presidi, Asl competenti, Polizia Locale ed Affidatari del servizio di trasporto, individuino i “percorsi alternativi” per assicurare il regolare svolgimento dell’attività scolastica.
Fatto il primo passo verrebbe come naturale conseguenza il collegamento istituzionale con la regione affinché la sospensione dell’attività scolastica non rappresenti più una misura generalizzata, ma, ove necessario, localizzata ai territori in cui vi è un reale collegamento empirico tra la frequentazione della scuola e l’aumento del numero di contagi.
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