Somma Vesuviana. E’ deceduto, a causa delle ferite da arma bianca procurategli dal fratello Giovanni per futili motivi Nicola Acanfora, 35 enne di Somma Vesuviana. I fatti, sui quali stanno indagando i carabinieri della locale stazione di Somma Vesuviana guidati dal comandante Raimondo Semprevivo ed il sostituto procuratore della Procura della Repubblica di Nola Claudio Orazio Onorati, si sono svolti nella mattinata di ieri ed hanno letteralmente sconvolto un intero quartiere, quello di Santa Maria del Pozzo. Erano da poco passate le 11 quando Giovanni Acanfora, 37 enne disoccupato di Somma Vesuviana con alle spalle alcuni precedenti penali ed un cordone mai del tutto tagliato con il mondo delle droghe, sarebbe arrivato ai ferri corti con il fratello Nicola. Quest’ultimo, con qualche precedente penale per droga e reati contro il patrimonio, sposato, separato e padre di due bambine piccole viveva in un appartamento sottostante quello nel quale invece risiedevano la madre e suo fratello. La lite domestica a quel punto si è spostata nel piccolo giardino che adorna la casa degli Acanfora. Secondo sempre il racconto di chi era presente a quell’ora in strada, il diverbio non sembrava potesse sfociare in tragedia anzi, per qualcuno che conosceva bene Nicola e Giovanni, questo genere di scene erano abbastanza usuali. Ciò perché, sempre secondo il racconto degli amici, Nicola, tentava quotidianamente di far qualcosa affinché il fratello riprendesse tra le mani la sua vita. Ma la disputa sarebbe degenerata diventando di fatto tragedia. Giovanni, in preda ad un raptus, aveva con sé una tronchese con la quale ha cominciato a colpire il fratello. Dopodiché, in un impeto d’ira e brutalità, ha afferrato una mannaia da macellaio ed ha continuato ad infierire nei confronti di Nicola. Alla fine, anche se manca ancora l’autopsia disposta dal sostituto procuratore di Nola Onorati, sarebbero ben diciannove i colpi inferti da Giovanni a suo fratello. A fermare la rabbia omicida del 37 enne gli uomini dell’Arma della locale stazione giunti prontamente sul luogo del delitto a seguito delle segnalazione dei vicini di casa dei due fratelli cha hanno assistito impotenti alla tragedia. Resosi conto dell’atto commesso Giovanni ha tentato il suicidio. Il 37 enne infatti è uscito in fretta e furia dal cancello della sua abitazione e si è lanciato contro un’Alfa 156 nera, alla guida della quale c’era un giovane per alcune ore sotto shock, che passava di lì ed al quale l’assassino ha sfondato il parabrezza anteriore. Per Nicola la corsa in ospedale è stata vana. Già dai primi soccorsi prestati tempestivamente dagli uomini del 118 la situazione sembrava irreversibile per il giovane tanto che, dopo poche ore, il suo cuore non ha retto è spirato a causa delle gravi ferite subite. “Esprimiamo cordoglio per la famiglia di Nicola e per i suoi cari” è stato il commento a caldo di Carmine Mocerino, consigliere regionale dell’Udc e titolare dell’omonima ditta di frutta secca per la qualche Nicola da qualche anno lavorava. “Era riuscito a lasciarsi il suo passato difficile alle spalle impegnandosi in un lavoro che svolgeva quotidianamente con amore”. Per Giovanni invece, uscito pressoché illeso dal tentativo di suicidio, si sono aperte le porte del carcere. L’accusa per lui, che sembrerebbe aver ammesso il fatto, è di omicidio volontario.
Fonte foto: Crime/ blog.it
Gaetano Di Matteo
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