Somma Vesuviana. Sembra volgere al termine l’annosa questione del coordinatore della locale sezione del Pd. A sancire la definitiva pax tra le varie correnti interne al Partito Democratico sommese, le quali in queste ultime settimane non hanno lesinato colpi bassi (come mail false e duri attacchi mediatici), è stata una riunione nella serata di lunedi. All’adunanza ha partecipato la nomenclatura dei democratici sommesi la quale ha permesso a Giorgio Piccolo, garante inviato dai vertici napoletani, di sondare il terreno in vista della nomina di un responsabile che accompagni il Partito al prossimo congresso previsto per il 15 novembre. O i responsabili visto che tra le ipotesi bisbigliati da qualche dirigente locale c’è anche quella che a guidare il Pd sia un gruppo ristretto di persone, tre o quattro al massimo, rappresentanti delle diverse correnti. Una sorta di patto di non belligeranza, come del resto si è verificato in altri comuni nei quali si è verificato la stessa situazione sommese, per evitare che il voto dell’assemblea per eleggere il coordinatore crei ulteriori frizioni interne. A spiegare però i futuribili scenari è lo stesso Giorgio Piccolo. “Io sono qui” ha raccontato ai nostri taccuini, “perché incaricato di seguire la questione sommese attraverso l’apertura di un’istruttoria. Prendo innanzitutto atto delle dimissioni dell’ex coordinatore De Nino. Ed è da qui che dobbiamo ripartire per arrivare uniti e compatti al congresso del 15 novembre”. Sulla vicenda della (auto)nomina di Michele D’Avino e sull’inevitabile girandola di polemiche che ne è derivata il Garante fa chiarezza. “Dobbiamo metterci alle spalle le polemiche e capire che tutto ciò è successo per un mero equivoco sull’interpretazione del nostro statuto. E’ evidente”, ha raccontato lo stesso Piccolo, “che i coordinatori sono stati eletti da assemblee disciplinate dalle vecchie norme in attesa che si celebrino i congressi”. Sulle modalità di scelta Piccolo da un unico criterio. “Quello della unanimità della scelta o quantomeno della condivisione generalizzata”. Ovviamente, stando allo stato delle cose, la tempistica non è ancora ben definita. “Il nome” conclude Piccolo, “può uscire domani o anche dopo le ferie”. Tutto dipende ovviamente dalla volontà dei dirigenti i quali già nei prossimi giorni illustrerà al direttivo lo stato delle cose all’interno del Partito democratico.
Gaetano Di Matteo
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