Somma Vesuviana. Disastrato, sporco e vandalizzato. Si presenta così, agli occhi delle centinaia di persone che vi si recano, il piazzale di Santa Maria a Castello di Somma Vesuviana. Quello che una volta era un vanto per la cittadina sommese ed un richiamo per i turisti del vesuviano, e non solo, oggi è una vergognosa struttura fantasma simbolo di come vengano sperperati i soldi dei cittadini contribuenti. Una struttura “inaugurata” solo qualche mese fa e che avrebbe dovuto, nelle intenzioni di chi ha commissionato i lavori, rendere più armonioso e piacevole il passaggio all’interno di questo angolo di “bioparco”. Ma purtroppo non è andata così. La prima cosa che salta agli occhi, arrivando lassù è lo stato pietoso in cui versa l’illuminazione. Sono pali ad altezza d’uomo con lampade circolari. Alcuni di essi sono stati piegati e molte lampade sono state divelte. Così restano solitari questi pali di ferro che non hanno alcuna utilità e ben si sposano con la desolazione del luogo. Luogo nel quale c’è difficoltà a sedersi. Si perché la maggior parte delle panchine sono state letteralmente sradicate dalle basi dai soliti incivili e le lastre in marmo sono state poggiate alle mura di un ristorante ormai chiuso ed abbandonato. Ovviamente di questi incivili non se ne conosce ne volto ne identità, perché la telecamera posta per la sorveglianza della piazza, e gestita dal Parco, non è in alcun modo funzionale. Cordoli della strada sbriciolati. Le giostrine per i bambini che di sera restano al buio. Ma forse il simbolo più triste della piazza che si trova ai piedi del Santuario in ristrutturazione di Santa Maria a Castello, realizzato nel 1269 per volontà del Re Carlo D’Angiò che volle dedicarla alla martire siracusana Santa Lucia, è la piattaforma in legno la quale sovrasta una fontana addobbata da pietra lavica. Ovviamente la fontana non è mai entrata in funzione. Mai, neanche per emettere un solo rivolo d’acqua. In compenso però è stata riempita da rifiuti. Alcuni dei quali risalgono a diversi mesi fa. Sulla pedana c’è poco da dire. E’ letteralmente marcita sotto le intemperie, segno che non è stata neanche utilizzata vernice impregnante che avrebbe dovuto preservarla da acqua, gelo e calore. Inoltre la passerella interna della pedana stessa si è rialzata impedendone di fatto l’utilizzo. Ma di chi è la colpa di questo scempio? Due le Istituzioni chiamate in causa. La prima è l’Ente Parco del Vesuvio, promotore e realizzatore del progetto, e l’altra invece è il Comune di Somma Vesuviana il quale dovrebbe occuparsi della manutenzione dell’area. E qui nasce l’inghippo. Si perché tecnicamente il cantiere, cofinanziato dall’Unione europea con i Por della Campania 2000-2006 nell’ambito del progetto Integrato Vesevo, risulterebbe ancora aperto. Dunque l’Ente Parco non l’ ha consegnato ancora al Comune che quindi declina la responsabilità della manutenzione (anche se la stessa, almeno per il decespugliamento, avviene a singhiozzo), come ha spiegato l’assessore all’Ambiente Raffaele Angri. Dall’Ente Parco invece fanno sapere “Di essere al corrente della situazione e, subito dopo le ferie estive, l’ufficio preposto interverrà per ridare contegno all’area”. Area che forse, visto lo stato pietoso e pericoloso in cui versa, andrebbe momentaneamente chiusa al pubblico.
Gaetano Di Matteo
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