Somma Vesuviana. “Un atto dovuto vista la grande responsabilità che ci siamo assunti nell’abbandonare l’aula durante il consiglio comunale del 6 febbraio scorso”. Con questa dichiarazione Luigi Aliperta, capogruppo in consiglio comunale dell’Udc a Somma Vesuviana, annuncia che il ricorso al Tar per invalidare la seduta consiliare del 6 febbraio scorso è stato presentato presso gli organi competenti. La seduta oggetto del ricorso fu una delle più surreali che la cittadina sommese abbia mai vissuto nella sua storia. Difatti dopo l’uscita dall’aula della minoranza, eccezion fatta per Pasquale Auriemma già in odore di salto della quaglia, la maggioranza guidata dal sindaco Raffaele Allocca votò senza opposizione tutti i punti all’ordine del giorno previsti. Tra questi c’era l’approvazione del bilancio, che lo stesso Aliperta definì “di lacrime e sangue”, e il cosiddetto condono fiscale. Inoltre nella stessa seduta furono costituite sia la commissione ambiente che quella edilizia. Il clamoroso abbandono della minoranza fu dovuto al fatto che la stessa ricevette la documentazione,poco più di 600 pagine di dossier, relativa ai punti da dibattere in aula poco meno di due giorni prima della seduta. Dunque contrariamente a quanto affermerebbe il regolamento che in convocazione ordinaria del consiglio comunale prevede la notifica della documentazione tre giorni prima (mentre per le convocazioni straordinarie i giorni si riducono a due). Le polemiche furono aspre con il sindaco Allocca che bollò l’intera vicenda come “Una semplice questione di lana caprina” e con l’opposizione che per la prima volta utilizzò il termine “regime” per definire l’ amministrazione di centrodestra. Da qui la decisione di abbandonare l’aula e di ricorrere al Tar.Non solo. Gli stessi consiglieri d’opposizione, patrocinati dall’avvocato Francesco Urraro, hanno presentato ricorso anche presso il Prefetto. E da quest’ultimo atto si capisce che la stessa minoranza non è compatta. Si perché mentre il ricorso al Prefetto è stato firmato da 11 consiglieri su 12, quello al Tar l’hanno firmato solo in 9. Mancherebbero infatti le firme di Luigi Pappalardo (Socialisti) il quale era assente alla seduta del 6 febbraio, quella di Salvatore Di Sarno (indipendente) e di Gennaro Aliperta (Sinistra Democratica). Inoltre lo stesso ricorso ha avuto una gestazione difficile soprattutto per le rimostranze di qualche consigliere del Pd contrario a portare la questione in un aula di tribunale(o all’opposizione in genere visti i risultati?). A spegnere però ogni polemica sul nascere è Alfonso Auriemma(Pd) il quale, ritornando sulla vicenda, ha smentito il fatto che non ci fosse unità d’intenti all’interno del suo partito( “Non mi risulta”) ed ha spiegato la natura dell’azione: “Indispensabile vista la reiterata abitudine dell’amministrazione Allocca ad omettere i più elementari passaggi democratici. Anzi per lui Giunta e Consiglio comunali sono solo fastidiosi orpelli”. Tra qualche settimana ci sarà il pronunciamento, almeno in via cautelare, dei giudici anche se sembra, come riferisce uno stesso esponente della minoranza, che le speranze di vedere annullati i provvedimenti votati in aula siano poche. Interrogata sulla vicenda la maggioranza del Pdl, di cui si fa portavoce il neocapogruppo in Consiglio Comunale Vittorio De Filippo, fa sapere che “si attende che avvenga la notifica degli atti per capire i termini e le modalità dell’intera vicenda”.
Gaetano Di Matteo
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