Somma Vesuviana. “Non è possibile che nel 2009 esistano ancora cittadini di serie B”. A pronunciare queste parole non è un politico o il responsabile di un associazione per i diritti civili, ma Assunta Granato, pasionara quanto arguta pensionata della contrada Malatesta stufa di vivere il disagio quotidiano di non avere, in alcune ore della giornata, un adeguata pressione dell’acqua. In realtà la signora Assunta in questa sua battaglia contro la burocrazia, la cattiva gestione delle risorse pubbliche e l’abbandono delle periferie non è sola. Con lei c’è un intera contrada, 120 persone firmatarie di una petizione che riguarda una trentina di famiglie in tutto. I problemi per l’intera zona cominciano nel 2004. E’ allora che cominciano ad accorgersi che nelle ore mattutine la pressione è talmente bassa che fanno fatica perfino a lavarsi. “Non solo, ma la bassa pressione- ci racconta la donna- non fa funzionare adeguatamente le caldaie quindi siamo spesso costretti a riscaldare l’acqua sui fornelli a gas per far si che diventi calda. Inoltre puntualmente il sabato e la domenica il disagio dura tutta la giornata con la conseguenza che dobbiamo armarci di secchi e spostarci per ottenere un pò d’acqua”.Nel giugno 2006 un suo vicino di casa, il signor Gian Matteo Esposito, scrive una lettera all’Ente d’Ambito Sarnese Vesuviano, l’ A.T.O. 3 che tutela e gestisce e le risorse idriche del nostro territorio, in cui espone il disagio a cui è sottoposta l’intera area della contrada Malatesta. Nel maggio del 2007, visto che il problema persiste, il signor Esposito riscrive all’ente ed allega le 120 firme. A quel punto l’ A.T.O. 3 contatta e sollecita la G.O.R.I. ad occuparsi del caso. La società che gestisce le risorse idriche del vesuviano, spesso finita nell’occhio del ciclone per le sue croniche inefficienze(come quella dell’estate del 2008 in cui lasciò molte aree del vesuviano a secco per 4 giorni), dopo aver fatto un sopralluogo dell’area assicura la risoluzione del problema nell’arco dell’anno. Invece, come assicura la signora Assunta, “l’intervento non è mai avvenuto”. “Siamo stufi- continua rammaricata la donna- di pagare continuamente tasse per servizi mai ricevuti o scadenti. Abbiamo pagato per 15 anni il servizio fogne senza mai poterne usufruire. Adesso viviamo il disagio dell’acqua. Non è che perché una persona vive in periferia debba essere abbandonata a se stessa”. Nel mirino della signora Assunta non ce solo con la G.O.R.I., ma anche con quella politica che puntualmente e maccheronicamente“Si ricorda di noi solo durante il periodo elettorale”. E stavolta cari lettori chi vuol intendere intenda.
Gaetano Di Matteo
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