giovedì 19 Settembre 2024
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Somma Vesuviana, la strana storia della buca di via Pomintella

Una delle prime cose che t’insegnano presso una redazione giornalistica seria, nella quale un giovane vuol farsi le ossa, è che anche una semplice buca può fare notizia. Ovviamente, a ben vedere le nostre strade, dovremmo smettere di occuparci di ciò che succede intorno a noi e dovremmo impegnarci tutti i giorni a parlare delle scassate arterie che percorriamo ogni giorno nel sud Italia. Da cosa nasce il fatto di avere dei manti stradali ridotti a tormenti per gli ammortizzatori ed i braccetti delle nostre auto? I fattori sono diversi. Ci sono le ditte arruffone e disoneste che le costruiscono. Ci sono i Rup (responsabili unici del procedimento) che la passano sempre liscia, tanto che potrebbero evitarle le spese per nominarli. Poi ci sono i collaudatori che, o sono dei babbei, o sono ammanigliati con le ditte. A questo aggiungiamoci gli uffici tecnici dei comuni che se ne fregano altamente di come vengono svolti i lavori. Così i comuni si trovano a pagare centinaia di migliaia di euro di contenziosi per cittadini “virtuosi” che finiscono nelle buche. Naturalmente il “virtuoso” è ironico visto che, poche decine di euro di danni in molti incassano corposi assegni dalle compagnie assicurative. Naturalmente i cittadini giocano di sponda con chi scrive i referti e con gli avvocati ed carrozzieri compiacenti. Insomma tutto nella norma, sembra quasi di stare Italia. Però questa pagina, scritta in una giornata di caldo afoso, non è la solita sparatoria nel mucchio di uno scribacchino qualunque. E’ una cosa semiseria. E la nostra buca ha un suo indirizzo. Qualche settimana fa a via Pomintella a Somma Vesuviana si apre una piccola voragine in strada. Cosa normale vista la temperatura e la pochezza dell’asfalto che battiamo ogni giorno. La straordinarietà però sta nel fatto che la buca ha messo in evidenza una cosa ben precisa: sotto il manto, a pochi centimetri dall’asfalto c’è (come dimostrano le foto) la solita, solitaria, tubatura del metano cittadino. Ora qualche riflessione in merito a ciò è d’obbligo. Premesso: da queste pagine non vogliamo creare allarmismi di sorta. Però sembra tutto strano e bisogna fare assolutamente un passo indietro per comprendere la portata di questo pezzo. Via Piccioli. Rifacimento del basalto. La ditta che esegue i lavori, nel sollevare il manto trova la condotta del metanodotto a pochi centimetri dal manto. La gente si preoccupa, fa domande, avvisa i carabinieri. Le forze dell’ordine si presentano sul luogo. Il cantiere si ferma, riprende e le tubazioni vengono poste in sicurezza con un massetto di cemento armato e con tutta una serie di accorgimenti che prima non c’erano. A questo punto una domanda è d’obbligo. Se non fossero intervenuti per ripristinare via Piccioli le tubazioni sarebbero rimaste così? Interpellato sulla vicenda il sindaco Allocca ha risposto che “è tutto nella norma”. Naturalmente bisogna credergli vista la responsabilità che si è assunto nell’esplicare una simile affermazione di fronte alla comunità che guida. Però, nel guardare la buca di via Pomintella, ed il vuoto (si perché sotto l’asfalto è tutto vuoto) un po’ d’impressione la si prova. Io non sono un tecnico, ma se qualche tecnico dovesse leggere questo pezzo mi piacerebbe che smentisse le mie (e quelle di molti lettori) inquietudini. A maggior ragione se, come si mormora in giro, il vuoto sotto l’asfalto e le tubazioni nude si troverebbero in più punti della nostra cittadina. L’ultimo pensiero va al rattoppo effettuato dalla ditta incaricata dal comune sommese. Semplicemente disastroso. Difatti, siccome sotto è vuoto il piccolo rattoppo se n’è sceso creando una sorta di dislivello con il resto del manto. Per le auto non sembra pericoloso, ma per qualche incauto centauro potrebbe esserlo visto che si rischia il disarcionamento improvviso dal motoveicolo. E così una semplice buca rischierebbe di fare due volte notizia.

Gaetano Di Matteo

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