Somma Vesuviana. “La pace non è assenza di guerra: è una virtù, uno stato d’animo, una disposizione alla benevolenza, alla fiducia, alla giustizia”. A scriverlo fu Spinoza. Questo pensiero calzerebbe a pennello alla marcia per la pace organizzata dal gruppo dell’Associazione Cattolica della parrocchia di san Michele Arcangelo di Somma Vesuviana. Giovani dalla faccia pulita, dal sorriso lindo che, con ogni probabilità, credono in futuro migliore di quello che si ritrovano intorno.La marcia, colorita, ha toccato le strade del centro della cittadina sommese. Una marcia allegra, carica di gioia, di vita a “prescindere da” e non “in virtù della”. Una marcia che chiude un percorso cominciato ad ottobre e nel quale si sono immersi, oltre ai ragazzi dell’A.C.R., anche i bambini del catechismo della parrocchia. Le future leve. Quelle che vivranno, amministreranno, lotteranno,racconteranno, s’innamoreranno e cavalcheranno il futuro prossimo e lontano. Gli animatori hanno un’allegria ed una voglia di fare intrinseca. Si chiamano Vincenzo, Valeria, Daniela, Domenico. Sono i più grandi del gruppo. Sono quelli che, seppur alle prime armi, fanno da chioccia ai piccoli. “Crediamo alla condivisione di valori positivi. Pace, amore, amicizia. Questi sono i concetti che accompagnano il nostro operato”. Colpisce una certa maturità d’espressione. “Siamo in onda” si chiama il programma nazionale dell’Azione Cattolica. “Siamo in onda”, sembrerebbero raccontare, nonostante il veleno di un bel-paese al limite dello smarrimento. Un paese nel qual non si vede l’ombra di un assessore alla cultura o di uno all’istruzione. Un paese impegnato nella “politica del fare” (facessero almeno!) lontano però dai piccoli gesti e dalle piccole, rivoluzionarie idee, delle nuove leve che, per il momento, senza sgomitare cercano un loro posto nel mondo. “E…stendi la pace”: concetto potente. Espandila da un lato; portala nelle case, nei luoghi di ritrovo, nelle piazze e nelle stanze del potere (verrebbe da dire “Anche nei classici luoghi di ricreazione”. Vero tifosi violenti di ogni sport?). E stendila pure, già che ci sei. Infatti sti ragazzini, con l’aria che solo un “moccioso” gioioso in una freddissima domenica sommese può avere, hanno distribuito delle “mollette per appendere i panni”. Sulla mia c’è scritta “E… stendi la pace” appunto. Un giorno, di qualche anno fa, anche noi appendemmo la nostra bandiera della pace. Fu poco dopo il 20 marzo del 2003. Alcuni dei ragazzini che stamane si facevano le foto ricordo in piazza non erano manco nati. Servì a poco, ma ci sentimmo figli di una comunità più grande di come l’avessimo immaginata all’epoca. Una comunità pronta a lasciare il testimone a questi graziosi giovani “impegnati” nella costruzione del concetto di “Pace”. Forse noi, questo testimone, non l’abbiamo mai davvero tenuto in mano. Ecco perché questi adolescenti che oggi hanno sfilato sembrano davvero essere fondamentali per il nostro domani. Un domani nel quale, ci si augura, che rimbombino le parole del Petrarca: “I’vo gridando Pace, Pace, Pace”. Coltivate i vostri valori e quando saranno sbocciati trasmetteteceli. In bocca al lupo.
Gaetano Di Matteo
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