Somma Vesuviana. Una purga staliniana in piena regola, con tanto di processo sommario a porte chiuse che dimostra quanto sia alla deriva la sezione del Partito democratico di Somma Vesuviana. Vittima dell’epurazione, che al momento risulterebbe essere solo una sospensione nell’attesa che si esprima la “commissione di garanzia provinciale” del Pd, Crescenzo De Falco, dirigente cittadino dei democratici messo alla berlina nel corso di una riunione della segretaria cittadina perché ritenuto l’autore del dissacrante manifesto intitolato “voti comprati”. Quello che attaccava il sindaco Raffaele Allocca sulla questione della presunta compravendita di voti firmato da “NOI militanti del Pd” . Quello già “discusso in una precedente segreteria e che era stato rimandato a successivo dibattito” secondo una gola profonda dei democratici. Lo stesso che il segretario Pietro Allocca non ha lesinato a disconoscere in modo alquanto imbarazzante di fronte ad, irritatissimo, primo cittadino Allocca. Ma perché a finire sul banco degli imputati è proprio Crescenzo De Falco? Semplice. Perché, da quanto raccontato da uno dei presenti alla riunione, Pietro Allocca avrebbe detto che a pagare la tassa per l’affissione sarebbe stato proprio De Falco. Inoltre, sempre secondo indiscrezioni girerebbe una ricevuta della Geset con la stessa firma di Pietro Allocca rigorosamente falsa. E dunque alla luce di queste prove “schiaccianti” la segreteria, senza interpellare né il coordinamento né tantomeno lo stesso De Falco, avrebbe richiesto alla Commissione di garanzia Provinciale la cancellazione del dirigente sotto accusa dall’albo degli elettori e dall’anagrafe degli iscritti al Pd (immaginate se si esercitasse così la giustizia in Italia. Vengono i brividi solo ad immaginarlo). Inoltre, non contenti, gli stessi membri dell’organismo politico che guida lo sconquassato Pd sommese avrebbero richiesto la sospensione immediata di De Falco dal coordinamento cittadino. Fin qui la purga molto poco “democratica”. Ma il giallo è solo all’inizio visto che tra i firmatari del pesante atto punitivo nei confronti del De Falco ci sarebbe, come raccontato da una fonte attendibile, la stessa mano che avrebbe preparato il manifesto (e chissà se per il giovanotto scatterà la gogna). Ora la palla passa a Giorgio Piccolo il quale presiede l’organo di garanzia provinciale che a giorni dovrebbe decidere sulla posizione di De Falco. Con buona pace di chi continua ad augurarsi che possa finalmente passare “a’nuttata” per il partito democratico sommese.
Gaetano Di Matteo
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