martedì 24 Dicembre 2024
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Somma Vesuviana, carbonizzati in macchina, riconosciuti dai parenti

Somma Vesuviana. Il giorno dopo il tragico incidente, sulla “maledetta” strada statale 268 che costeggia il Vesuvio e che collega la periferia di Napoli ad Angri, il quadro dell’intera vicenda comincia a delinearsi. Così come comincia ad emergere l’identità delle due persone morte carbonizzate a seguito del cruento tamponamento, da cui poi è scaturito il rogo, nella notte tra venerdì e sabato. L’uomo che guidava la Fiat Punto è un 53enne nativo di Napoli, ma residente a Castello di Cisterna il cui nome è Giacomo Trapani. Al suo fianco sedeva la povera Giusy Scudiero, 23enne di Ottaviano. Non è stato semplice per gli inquirenti risalire all’identità. Per tutta la giornata di sabato infatti i carabinieri di Somma Vesuviana, guidati dal maresciallo Raimondo Semprevivo, hanno lavorato con certosina perizia ai pochi elementi sopravvissuti al micidiale all’inferno di fuoco e fiamme che si è divorato l’utilitaria con a bordo la coppia. E così, con i documenti e gli oggetti personali ridotti in polvere, gli uomini dell’Arma hanno seguito la pista del telaio dell’auto. Ed è da quest’ultimo che si è giunti all’intestataria dell’auto che risulterebbe essere una donna di Castello di Cisterna. Gli inquirenti hanno avuto in seguito la certezza sull’identità solo nella tarda serata di sabato allorché, presso la sala mortuaria del cimitero di Somma Vesuviana, sono giunte le famiglie delle vittime per espletare il pietoso atto del riconoscimento dei cadaveri. Ancora sotto choc invece N.S., il giovane 26enne di Ottaviano, che ha provocato l’incidente mortale. Su di lui la magistratura non ha aperto alcun fascicolo conscia del fatto che si sarebbe trattato di una fatalità trasformatasi in tragedia. Inoltre dalle analisi a cui è stato sottoposto il giovane non sarebbero emerse alcune tracce né di alcol né tantomeno di droghe. Anzi, dall’interrogatorio del giovane, trasporto al pronto soccorso dell’ospedale Apicella di Pollena Trocchia e nel quale i medici gli hanno prescritto una prognosi di 4 giorni, è emerso che l’uomo avrebbe anche tentato di estrarre i corpi dalle lamiere incandescenti. Infatti il ragazzo, stando alla ricostruzione ufficiale fatta dagli investigatori, si sarebbe trovato davanti quest’auto nel buio della notte. A quel punto avrebbe tentato una frenata, tanto che sono ancora riconoscibili sul luogo dell’incidente i segni dei pneumatici sull’asfalto, ed una sterzata. Ma lo spazio di manovra sarebbe stato poco e così l’impatto è stato cruentamente inevitabile. Sul luogo dell’accaduto c’erano, fino a ieri, piccoli rottami di auto ed un cumulo di polvere nerastra. E’ciò che resta di due vite spezzate nell’attesa che qualcuno porga dei fiori in ricordo di un evento diventato, sulla “maledetta” SS 268, ormai triste routine.

Gaetano Di Matteo

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