Somma Vesuviana. Ennesima morte bianca. Un altro nome va ad aggiungersi alla lunga lista che ogni giorno ricorda all’Italia uno dei suoi tristi primati. Questa volta a perdere la vita mentre si trovava al lavoro è stato Giovanni Figliola, 58 anni, di Somma Vesuviana. L’uomo, sposato e padre di quattro figli, era impiegato in un albergo ad Ischia e proprio sull’isola verde è avvenuto il grave incidente che gli è costato la vita. Cinque giorni fa stava lavorando ad alcune opere di manutenzione all’interno della struttura dove prestava servizio come tuttofare, pochi istanti, forse il caldo oppure un piede messo in fallo e Figliola è caduto dalla scala sulla quale si trovava battendo fortemente il capo in terra. Una caduta che ai soccorritori è apparsa subito gravissima, da qui la decisione dei medici di trasferirlo d’urgenza a Napoli. Per questo Figliola è stata trasportato da un’eliambulanza al Loreto Mare. Qui per quattro giorni ha lottato contro la morte, ma è stato del tutto inutile. Ieri nel pomeriggio la drammatica notizia è giunta nella sua abitazione in una traversa di via Giulio Cesare a Somma Vesuviana. La notizia si è subito diffusa tra amici e vicini della famiglia, che sono rimasti senza parole. Per quattro giorni avevano sperato che le drammatiche condizioni dell’uomo potessero miracolosamente migliorare, ma non è stato così. Per il momento non sarà possibile stabilire la data dei funerali. Sul corpo dell’uomo è stata disposta, dall’autorità giudiziaria, un’autopsia che dovrà chiarire, qualora, ce ne fosse ancora bisogno, le ragioni che hanno spezzato una vita ancora attiva. La morte di Figliola è la terza sul lavoro che avviene dall’inizio dell’anno nell’area vesuviana e nolana. La prima vittima il 14 maggio al Cis, in quell’occasione a perdere la vita mentre si guadagnava il pane era stato Salvatore Taurasi, 47 anni, originario di Napoli. Taurasi era un operaio addetto al facchinaggio che cadde, mentre era in servizio appunto, da un’altezza di tre metri e mezzo circa, in un magazzino del Cis, centro commerciale all’ingrosso, di Nola. In quell’occasione, come hanno accertato subito i carabinieri, l’uomo lavorava su una scaffalatura senza avere nessun tipo di protezione intorno a lui. L’altra vittima il 18 luglio scorso. A Pomigliano d’Arco morì folgorato Gennaro De Simone, 31 anni, di Casalnuovo di Napoli. L’uomo, titolare di una ditta per la manutenzione di impianti idrici, stava eseguendo alcune operazioni di manutenzione su una pompa idrica a casa di un cliente. Una lista che sembra non finire mai alla base di tutto, sempre la sicurezza e le norme che non vengono rispettate.
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