Somma Vesuviana. La processione, qualunque sia la religione, è uno dei riti liturgici in cui trapela maggiormente la fede del credente e la partecipazione ad essa attesta e manifesta il legame che unisce l’uomo alla Divinità. In quest’ottica va considerato il bagno di folla che anche quest’anno accompagnerà quella del “Cristo Morto” per le strade di Somma Vesuviana. Strade affollate di gente richiamate per l’occasione da ogniddove. Questa processione ha origini molto antiche. Il Pio Laical Monte, diventato Reale Arciconfraternita, la fa risalire al 1650. Essa prende il via tradizionalmente all’imbrunire, dalla trecentesca chiesa Collegiata che si trova tra le mura dell’Antico borgo del Casamale. A parteciparvi sono le antiche Confraternite. Quella di S.Maria del Carmine si connota per il cingolo (cordone) giallo ed il medaglione con l’effige della Vergine del Carmelo ed ha sede presso la parrocchia Di S.Michele Arcangelo; Quella di S.Maria della Neve, la più numerosa e che si distingue per il cingolo verde e per il medaglione con l’effige della Madonna della neve; e l Arciconfraternita del S.S. Sacramento distinguibile dal cingolo rosso e formata da trentatré fratelli ed innumerevoli adepti. Il corteo degli uomini in saio, che stringono tra le mani le candele è accompagnato dal triste riecheggiare del “Miserere” cantato dal coro dei confratelli. A precederli, il simulacro della Madonna Addolarata avvolta in un manto nero la quale piange il Cristo deposto dalla croce,potente simbolo in antitesi di dolore e speranza. A chiudere la banda musicale che intona musiche funebri di Chopin. Dopo il giro per le strade del centro di Somma l’Addolorata fa ritorno, a sera inoltrata, presso la chiesa Collegiata del Casamale. Qui i confratelli rendono omaggio all’Addolarata e al Cristo crocifisso. Le scene di commozione non si contano. Tutti uguali di fronte al divino. Tutti a pregare e a sperare in qualcosa di buono per se o per gli altri. La Collegiata diventa d’un colpo, almeno per una giornata, un piccolo porticciolo di anime di ogni genere. Non c’è vento, in compenso si sente il fruscio del Rosario pronunciato dalle donne di ritorno dalla processione. Piovono gli auguri. Il corteo in fila diventa una massa informe nella piazzetta antistante la chiesa. Si cercano amici e parenti. In molti, senza esagerare, si ritrovano proprio in questa giornata solenne in cui la liturgia cristiano cattolica si fonde con certi riti pagani. Ma questa potrebbe essere l’ultima edizione così come la conosciamo. Si perché purtroppo le ultime edizioni hanno denotato una falla nella concezione del rito liturgico. Per molti confratelli, o presunti tali,valgono i famosi 15 minuti di Andy Wharol. Così il rito liturgico diventa una sorta di passeggiata in maschera. Spuntano chiacchiere di ogni genere, telefoni cellulari, ammiccamenti pose per fotografie. Basterebbe anche solo comprendere il senso mondano di contemplare il dolore di una madre che si è vista giustiziare sotto gli occhi il proprio figlio. Figurarsi nell’applicarvi la forza della Fede. Dicevamo delle novità. Quella più concreta sarebbe l’uso del cappuccio integrale. In molti però fanno appello a problematiche di ordine pubblico. Ma sarebbe un controsenso in termini per due motivi. Uno perché le confraternite in generale nascono con l’intento di perpetrare opere di misericordia e di carità. Tra queste c’era anche l’assistenza ai malati. Di conseguenza il cappuccio integrale era contemplato in quanto proteggeva dalle infezioni( tipo la peste). E secondo perché da Sorrento a Procida a Madrid, le varie processione vengono fatte tutte con i cappucci in modo che si possano evitare personalismi e spettacolarizzazioni. Naturalmente esiste chi garantisce per gli incappucciati all’interno delle confraternite le quali non sono dunque aperte. Ma questa è un altra storia. Altrimenti, come fatto trapelare negli ultimi giorni, se dovesse di nuovo imporsi “la sfilata di plastica” al suggestivo rito qualche congrega( Come quella di S.Maria della Neve) potrebbe anche non prendervi più parte..
Si ringrazia per la gentile collaborazione A.Masulli
Gaetano Di Matteo
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