SOMMA VESUVIANA. Non solo sport al Busen Club Marino. Quest’anno la consegna dei diplomi ai judoka che hanno effettuato il passaggio di cintura è avvenuto nella suggestiva location della Villa “Augustea”: un motivo per far conoscere a tutti la nostra storia.
Se l’attività fisica contribuisce al proprio benessere mentale, è anche vero che attraverso lo sport si può arricchire il proprio bagaglio culturale.
È questo uno dei principi che da sempre contraddistingue il lavoro dei tecnici e di tutti i membri del Busen Club Marino, Società Sportiva di Somma Vesuviana insignita della Stella di Bronzo al Merito Sportivo del CONI, che fin dalla sua nascita, nel 1973, attraverso gemellaggi, scambi interculturali, visite guidate ed escursioni in luoghi di interesse storico ed artistico pensa alla formazione fisica ed intellettiva dei propri atleti. È per questo motivo, quindi, che quest’anno gli esami per il passaggio di cintura di judo si sono svolti in un modo del tutto particolare, facendo diventare protagonisti gli stessi genitori dei piccoli atleti coinvolti e dando a tutti l’opportunità di venire a conoscenza di una storia, il nostro passato, che non tutti conoscevano.
La prima parte, l’esame vero è proprio, è stato svolto in palestra dai judoka con i loro genitori, o meglio, sono stati proprio i piccoli samurai a spiegare le tecniche base del judo ai loro familiari e questi hanno compreso quanto può essere bello ma anche duro un allenamento. Accanto a loro il Maestro Salvatore Iovine, amministratore del Busen, e l’insegnante tecnico Raffaele Napolitano.
«È sempre bello coinvolgere i genitori e i parenti dei nostri atleti – ha spiegato soddisfatto il Maestro Iovine – Ogni anno, nelle varie discipline, ripetiamo questa lezione e i genitori sono sempre felici di parteciparvi poiché possono anche loro vivere ciò che fanno i loro figli in prima persona». «Durante questo tipo di allenamento – ha continuato Raffaele Napolitano – Abbiamo notato che gli adulti sono più timidi dei bambini, hanno timore ad effettuare capriole, salti e cadute, ma piano piano si sciolgono e si divertono tanto. Principalmente, facciamo questo perché vogliamo porre l’attenzione sul legame genitori-figli e far sì che i piccoli possano sentirsi più responsabili di fronte ai grandi poiché per una volta sono loro ad insegnare, a spiegare ciò che fanno».
Per la cerimonia di consegna dei diplomi, delle cinture e del tradizionale regalo ai judoka, quest’anno un telo mare con il tricolore dell’Italia, ci si è spostati in una location storica d’eccezione, antica quanto bella e suggestiva: la Villa “Augustea” di Somma Vesuviana.
«Abbiamo scelto questo scavo che sta venendo alla luce grazie all’impegno della Missione Archeologica dell’Università di Tokyo poiché per noi è importante la preparazione sia fisica che culturale dei nostri atleti – ha continuato Salvatore Iovine – I nostri ragazzi partecipano a gare in tutta Italia, vanno anche all’estero grazie ai nostri gemellaggi ma in molti non conoscono la nostra storia. Eppure, reperti storici come la Villa “Augustea” si trovano a pochi passi da noi. Questa volta, quindi, gli atleti della nostra palestra insieme alle proprie famiglie si sono spostati in questo sito archeologico e grazie a Franco Mosca, il Presidente della Pro Loco Somma Vesuviana, e ai volontari di quest’associazione, hanno potuto conoscere o riscoprire il nostro passato. Tengo a ringraziare quindi tutti gli atleti e i genitori presenti, i nostri tecnici, Franco Mosca, il professore Antonio De Simone, il responsabile tecnico dello scavo Satoshi Matsuyama, nonché il Sindaco di Somma Vesuviana Salvatore Di Sarno che ha partecipato al nostro pomeriggio sportivo/culturale e ha lui stesso consegnato le nuove cinture ai judoka. Ora il nostro impegno è quello di migliorare ed impegnarci ancora di più per i nostri sportivi e i nostri concittadini con i nuovi progetti che partiranno il prossimo anno sportivo 2018/2019».
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