SOMMA VESUVIANA. Consentitemi di iniziare il presente invito con qualche riflessione che mi permette di illustrare i motivi per cui riteniamo necessaria la partecipazione anche dei nostri allievi – spiega il dirigente scolastico, Alessandro Scognamiglio – soprattutto i più piccoli, al folcloristico evento che contagia adulti e bambini fin dal secolo VIII d.C. in quanto affonda le radici nella mitologia dei Saturnali dei Romani durante i quali i nostri antichi avi si travestivano per camuffare la propria identità creando disordine, scompiglio e caos per motivi superstiziosi e politici. Successivamente nel sec. XIII d.C. fu convertito secondo la mentalità popolare dei cristiani di quei tempi.
Noi adulti discendenti, soggiogati dalle convenzioni e finzioni sociali successive, soffochiamo e condizioniamo il processo di maturazione psicofisica del bambino soprattutto quando con i nostri interventi inibitori o permissivi eccediamo dai fronti contrapposti dell’autoritarismo e del permissivismo. Pretendiamo di plasmarlo a modo nostro, rimproverandolo e punendolo, oppure premiandolo o coccolandolo, senza riflettere che, quando reagisce ai nostri condizionamenti, si ribella in quanto gli vietiamo di agire e di imitarci. La sua reazione e la sua imitazione sono fattori essenziali che gli consentono di non essere la nostra brutta copia, ma di affermare la sua identità in fieri che, mentre imita, inventa, costruisce e sperimenta la sua personalità, esercitandosi ad essere se stesso in forza della sua freschezza volitiva ed immaginativa.
A tal proposito, giova ricordare che la Montessori afferma autorevolmente che il bambino è embrione spirituale che si esprime come costruttore dell’uomo e come produttore di umanità. Sicché, in quanto tale, non sopporta di essere oppresso e maltrattato da noi adulti. Roberto Mazzetti, acuto studioso e critico della sua pedagogia, chiarisce che la famiglia tratta il bambino come una molla da limitare e comprimere. Essa non si accorge che la repressione dei bisogni naturali dei bambini, mediante ingiunzioni, proibizioni, sottomissione ed obbedienza, fa scattare e rinforzare paradossalmente gli effetti negativi che intendono eliminare. Ne conseguono pertanto rimozioni, angosce, ansia e manifestazioni nevrotiche che possono turbare la futura esistenza del soggetto.
Allo stesso modo si comportano quei genitori i quali, indulgendo a tutto, fanno vivere al bambino stati di minorità e passività ritardando la crescita dell’autostima e la conquista dell’autonomia, in quanto tengono sotto pressione la dinamicità della sua forza attiva. Come si vede, nel primo tipo di famiglia il bambino è oppresso dall’adulto, nel secondo tipo l’adulto si rifà bambino. Come ovviare a questa preoccupante situazione da stereotipie inquietanti e da lusinghe sdolcinanti e permissive? Noi montessoriani lavoriamo come equilibratori, nel senso che offriamo ai bambini un’organizzazione scolastica laboratoriale fondata sul binomio scuola-lavoro. Nel laboratorio anche sotto la guida di esperti volontari dell’Eduform, imparano a fare tutti mestieri, compresi quelli dell’agricoltore e del giardiniere, liberando energie vitali, psichiche e spirituali e sperimentando le aurorali personali esperienze di vita, premonitori segnali delle loro attitudini ed inclinazioni o addirittura talenti da coltivare per il futuro.
Su questa linea, essi a Carnevale chiedono ai genitori di smettere l’istintivo mestiere di genitori, consentendo loro di indossare la maschera ed il costume di adulti affinché in quella giornata di spensieratezza possano liberarsi da ogni complesso di inferiorità, da tutte le rimozioni relative ai bisogni e desideri repressi per dare il via al pensiero magico, alle loro ambizioni, ai giochi di finzione, impegnando tutte le energie vitali psichiche e spirituali per godere dell’ebbrezza di dare sfogo alla loro profonda volontà di vivere, adattando la realtà a se stessi. Ed allora almeno a Carnevale è opportuno consentire ai bambini di godere il gusto della finzione lecita e di vivere l’illusione di mascherarsi e travestirsi per librarsi sospesi fra un mondo reale ed un mondo immaginario, elevandosi ad un livello superiore, in modo che possano appagare i loro bisogni e desideri con la magia di trasformarsi fantasticamente con emozione immaginativa nel personaggio preferito.
Concediamo loro la possibilità di vivere per un giorno una realtà mistificata in cui si sentano eroi che, superando la repressione emotiva frustrante o aggressiva quotidiana, si possano ritenere onnipotenti, elevandosi ad un livello superiore a quello degli adulti per assumere il ruolo del personaggio preferito in cui sognano identificarsi da adulti.
Dunque il mascheramento, a mio avviso, potrebbe anche essere lo strumento che svela probabilmente la predisposizione a ciò che i piccoli potrebbero essere portati a realizzare da adulti.
Comunque, con la manifestazione, in qualità di piccoli divulgatori dell’UNESCO, intendono invitare, piccoli e adulti, ad una preoccupante riflessione. Ogni famiglia italiana butta annualmente nei rifiuti 49 chilogrammi di cibo, equivalenti al costo di 316 euro complessivi, intanto che nel mondo 800 milioni di persone, di cui 200 milioni sono bambini, soffrono la fame.
Ogni minuto muoiono 25 bambini. Mentre tutti hanno diritto ad avere alimenti sani e nutrienti, come ci stanno scientificamente dimostrando nello svolgimento del Progetto “Ambiente e salute”, eminenti professionisti di alto livello tecnico-specialistico, messi a disposizione dall’Istituto Zooprofilattico di Portici, dal C.N.R. di Portici e dall’Ordine dei Tecnologi Alimentari Campania- Lazio, patrocinato dal sindaco f.f. del Comune di Somma Vesuviana, Salvatore di Sarno, e coordinato dalla dinamica dott.ssa Filomena Castaldo, che ne è anche l’ideatrice, nella sua qualità di tecnologa alimentare, perfezionata in nutrizione e dietetica.
Si tratta di un programma di quattro seminari, che integrano e arricchiscono le iniziative da noi programmate ed in corso di realizzazione nel Progetto generale, già approvato dall’UNESCO, che ci ha consentito l’integrazione nella Rete delle Scuole dell’Asp.NET.
E’ questo il motivo per cui nel laboratorio di gioco-lavoro ogni bambino già si diverte ad elaborare a suo piacere maschera e costume, escogitando il copione del personaggio che gradisce imitare in quanto scelto a suo modello. In questo quadro ogni mascherina, a modo suo, chiederà al pubblico di svuotare frigoriferi e dispense per prelevare i prodotti in scadenza ed affidarli alle organizzazioni umanitarie per devolverli a chi ha fame.
Per concludere pittorescamente, sotto la guida del maestro Michele Febbraro, uno dei nonni impegnati volontariamente con l’EDUFORM a trasmettere ai giovani cultura e valori perenni della tradizione,un gruppo di dodici bambini, diversamente mascherati, animerà ogni mese, raccontando le sue particolarità nella folcloristica Cantata dei dodici mesi.
Va da sé che gli studenti dell’Istituto Alberghiero accoglieranno senza scherzi il pubblico, ossia con la degustazione delle deliziose leccornie casalinghe della rinomata tradizione carnevalesca vesuviana.
La redazione
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