Somma Vesuviana. “Assolti perchè il fatto non sussiste”. Si chiude così dopo quasi 4 anni la vicenda giudiziaria che aveva coinvolto Celeste Allocca, il figlio dell’ex sindaco di Somma Vesuviana Raffaele, e l’ex assessore Lello Angri, che erano accusati di concorso in concussione per una tangente che avrebbero richiesto ed intascato ai danni di due imprenditori edili di Somma Vesuviana.
Queste le accuse alla base del processo che si è tenuto al tribunale di Nola, nelle indagini iniziali fu coinvolto anche lo stesso primo cittadino, poi la sua posizione venne archiviata. Oggi la sentenza che assolve Allocca jr ed Angri da ogni responsabilità, eppure per i due imputati il pm aveva chiesto 6 anni e mezzo di reclusione ciascuno. Prima di decidere per l’assoluzione si è preso atto di alcune intercettazioni di conversazioni fatte tra il sindaco ed un amico e lo stesso Celeste Allocca in auto mentre telefonava alla moglie, intercettazioni presentate dal legale di quest’ultimo, Saverio Campana, mentre a difendere Angri era l’avvocato Enrico Ranieri.
L’udienza di ieri mattina si è, infatti, caratterizzata con gli atti prodotti da Campana e cioè un’intercettazione telefonica trascritta da un consulente del legale nella quale Raffaele Allocca, non sapendo appunto di essere intercettato, diceva di non essersi mai occupato delle problematiche che riguardavano i fratelli Sodano, i suoi due accusatori (prospettiva che urtava con quanto invece sostenuto dall’accusa, che tutte le questioni degli appalti passassero per le mani dirette del sindaco) e aggiungeva poi che quello che i due raccontavano non era vero “Non riesco a capire”, si chiedeva Allocca, “come fanno a dire questa cosa non vera, non mi sono mai occupato delle problematiche delle ditte, di cui si occupa l’ufficio tecnico e il direttore generale. Mi sto studiando le carte per capire”. Un’intercettazione rilevante, ha sottolineato la difesa, (ed è stata probabilmente decisiva per l’esito del processo) è poi quella che riguarda un colloquio tra Celeste Allocca e la moglie. Allocca, giovane medico, viene convocato in caserma dei carabinieri a ritirare un atto e in quella occasione gli vengono messi i microfoni nell’auto. L’atto in questione conteneva proprio la contestazione della denuncia dei Sodano e gli veniva fatta per indurlo a parlare a “caldo”, lui entra nel veicolo e telefona all’avvocato Campana per andare subito allo studio a discutere della questione e poi chiama la moglie. “Io sono innocente”, le dice, “non ho fatto nulla, io all’interrogatorio voglio andare, i giudici devono sapere che non ho fatto nulla”. La manifestazione diretta, ha sottolineato Campana in aula, invece di incastrarlo quella telefonata è la prova della sua innocenza. E’ stato colto di sorpresa, non può immaginare che mentre era in caserma gli avevano microfonato l’auto e quindi lo stavano intercettando, dice il legale, e quindi la sua dichiarazione è genuina. Allocca ed Angri non sono stati assolti con formula dubitativa, ma piena, “il fatto non sussiste”, probabilmente quando verrà pubblicata la motivazione si evincerà che i due imprenditori non sono stati ritenuti attendibili nelle loro dichiarazioni.
“Manifestiamo soddisfazione per la decisione”, commenta Campana, “Si ripristina la verità, certo ci sono voluti 5 anni per accertarla. Abbiamo sempre confidato nell’opera della magistratura tanto che non abbiamo mai voluto ripresentare gli atti nonostante avessimo subito tre mutamenti del collegio giudicante, avremmo potuto provare a perdere tempo, ed invece da parte diligente volevamo fosse accertata la verità. Massima soddisfazione perchè la verità e il senso di legalità sono stati ripristinati”.
Il processo era nato dalle indagini compiute dai carabinieri della locale stazione, in collaborazione con i colleghi della Compagnia di Castello di Cisterna, in seguito alla denuncia di due costruttori, i fratelli Vincenzo ed Ernesto Sodano che avevano raccontato ai militari di aver lavorato per il Comune per diversi appalti del valore di circa 120 mila euro. Soldi che però non erano mai riusciti ad incassare così per ottenerlo avevano deciso di rivolgersi ad Allocca jr e Angri che si erano impegnati a fare pressioni presso gli uffici competenti in municipio, ed in cambio avevano chiesto una tangente pari al 10% di ogni lavoro che per il futuro avrebbero avuto dalla pubblica amministrazione. Una tangente che in un caso sarebbe stata anche consegnata nelle mani di Angri. In aula hanno sfilato dirigenti del Comune e testimoni e alla fine di quella ipotetica “mazzetta” non è rimasto nulla, nessuna prova che accertasse che fosse stata mai richiesta e soprattutto consegnata.
DA CRONACHE DEL VESUVIANO DEL 13 MARZO
Sostieni la Provinciaonline
Il nostro giornale è libero da influenze commerciali e politiche e così vogliamo restare. Voi con il vostro piccolo aiuto economico ci permettete di mantenere la nostra indipendenza e libertà. Un piccolo o grande aiuto che permetterà alla Provinciaonline di continuare ad informarvi su quello che tanti non vogliono dirvi. Clicca qui e aiutaci ad informare ⬇️.