SOMMA VESUVIANA. Un libro divertente da cui è stato tratto un film in cui recita la simpatica e famosa Sandra Milo: “Felicissime condoglianze” di Tonino Scala, sarà presentato martedì 8 novembre alle ore 17,30.
Appuntamento alla “Cartolibromania Malva” via Roma, 42 a Somma Vesuviana. Scala, scrittore e giornalista, autore di una trentina di testi pubblicati e venduti, oltre che in libreria, alle varie presentazioni in pub-risto-bar-pizzerie-proloco-circoliculturali-centrisociali, ha scritto la sua prima commedia, da cui è stato tratto l’omonimo film diretto da Claudio Insegno. Sarà inoltre presente Stefania Spisto editrice della quaderno Edizizioni.
La storia è ambientata a Vitulano, ridente cittadina del beneventano, con due protagonisti: i fratelli Leo e Max.
Leo è prossimo al matrimonio e lavora nello Studio Legale Viganò, assolutamente non è un brillante avvocato, sottomesso al suocero, suo datore di lavoro.
Max, suo fratello, è ancora afflitto dalla prematura scomparsa dei genitori, morti in un incidente stradale, e con Saverio, il suo migliore amico, cerca di esorcizzare quel dolore con la costituzione di una sorta di “Funeral Planners”, organizzazione di eventi funebri.
Attorno a Leo, Max e Saverio, gravitano Sonia, Umberto, Andrea, Lello, Egle, Cinthia, don Tonino, Mario e il suo bar, fulcro del paese, luogo dove s’incontrano tutti.
Max e Saverio non sono fratelli ma si somigliano: uno alto, l’altro basso. Nei tratti somatici hanno una certa somiglianza. Forse nel taglio degli occhi tristi, forse nel mento allungato, forse nella testa nelle nuvole. Quando si vestono per le loro “comparsate” sono identici: sembrano due iettatori di un film di Totò!
Leit-motiv dell’intero libro sono i funerali, che hanno sempre un velo di tristezza (anche quando a morire è un ultracentenario). Si può non andare a un matrimonio, al funerale no però, in quanto è un atto obbligato, a cui non puoi mancare…
Leo, Lello, Sonia, Max, Umberto hanno in comune la mortificazione, quella costante, quella quotidiana, quella che non trova via d’uscita, quella che crea insicurezze; quella che impongono capouffici ottusi, presuntuosi, arroganti, dispotici, “uterini”.
Il lettore non sa come finirà il libro: il finale, infatti, è fuori da ogni immaginazione.
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