DA METROPOLIS DEL 10 APRILE
Somma Vesuviana. Tammorre, fotografie, libri, reperti provenienti da tutta la provincia di Napoli, ma anche da lontani continenti. Un patrimonio importante per la storia e la tradizione locale che però guarda anche oltre oceano. Il filo conduttore di un museo “Vivo” come lo ha definito anche Angelo Calabrese, storico e Direttore scientifico del museo. Ieri l’inaugurazione del “Museo etnostorico delle genti campane” all’interno dei locali adiacenti al santuario di Santa Maria a Castello recentemente ristrutturati. A gestirlo l’accademia vesuviana di tradizioni etnostoriche, di cui è presidente Biagio Esposito. Il museo si articola in quattro sezioni: sacralità e devozione popolare, ritualità e musica etnico-popolare, cultura materiale e arte e infine maschere e volti. Un patrimonio accumulato negli anni e che rende omaggio alla tradizione della città di Somma e soprattutto del culto della Madonna di Castello, come ha sottolineato anche il sindaco Ferdinando Allocca: “Con questo museo ridiamo dignità alle radici, alla storia di Somma che vive nel culto del santuario di Santa Maria a Castello e continueranno nell’aspetto profano, nel senso più puro naturalmente, all’interno del museo. Il santuario e quello che rappresenta è l’attrattore principale della nostra città che si riunisce in questo luogo dove sacro e profano si incontrano. Dobbiamo ringraziare le paranze di Somma, che ci hanno tramandato la nostra cultura attraverso canti e ballate. Il futuro di un popolo si misura dalla cultura dalla sua storia, dalle sue radici e tradizioni e Somma in questa montagna ha tutto questo. Noi dobbiamo farci custodi di questi aspetti e continuare a tramandarli, per questo il museo ci sarà da ausilio”. Un museo appena nato, ma che sarà in continua crescita, come spiega il professore Calabrese. “E’ un museo vivo che non deve diventare luogo isolato”, spiega, “chiunque possiede oggetti o storie della tradizione può portarle qui e le faremo diventare parte integrante dell’esposizione, a noi possono rivolgersi giovani studenti per le loro tesi di laurea, vogliamo che l’immenso patrimonio accumulato dalla tradizione contadina e religiosa delle nostre terre venga trasmesso attraverso i secoli e non si perda. Con questa esposizione abbiamo voluto fissare un pezzo di storia nel tempo evitando che andasse perduto”. Nel museo, dislocato su due piani, esiste una biblioteca ricca di edizioni antiche, volumi di antiquariato librario e cinquecentine. All’ingresso è subito visibile la ritualità della Madonna a Castello con il più importante dei suoi “cantori”, Zì Gennaro ‘o Gnundo. A seguire sono visibili immagini che richiamano il Venerdì Santo di Sessa Aurunca, il Rituale della Madonna dell’Arco con i suoi Fujenti, la Festa dei Gigli di Nola, e il fuoco propiziatorio e purificatore delle Vampe di Sant’Antonio (13 gennaio). Una sala è dedicata Natività, vi è infatti rappresentato il Natale in un tripudio di Angeli che, nell’ottica multiculturale, connotativa del Museo, appartengono in massima parte alla tradizione di matrice spagnola dell’America Latina, oltre a molteplici presepi che rispondono alla tradizione contadina.
Per avere ulteriori informazioni basta collegarsi al sito www.accademiavesuviana.it e scoprire il mondo che la neonata struttura può offrire a chi ha voglia di tuffarsi nella storia popolare di Somma e non solo.
Sostieni la Provinciaonline
Il nostro giornale è libero da influenze commerciali e politiche e così vogliamo restare. Voi con il vostro piccolo aiuto economico ci permettete di mantenere la nostra indipendenza e libertà. Un piccolo o grande aiuto che permetterà alla Provinciaonline di continuare ad informarvi su quello che tanti non vogliono dirvi. Clicca qui e aiutaci ad informare ⬇️.