DA METROPOLIS DEL 2 AGOSTO
Somma Vesuviana. Un racconto ricco di dettagli, date, luoghi, episodi. Parole, ogni tanto interrotte dalla rabbia e dalla disperazione. Quello che hanno da dire non è facile: accusano di tangenti e minacce il sindaco di Somma Vesuviana, Raffaele Allocca, il figlio Celeste e l’assessore all’Ambiente Raffaele Angri. A farlo gli imprenditori edili, Vincenzo ed Ernesto Sodano, di 37 e 41 anni rispettivamente amministratore e socio di una ditta edile che più volte dal 2006 al 2009 ha lavorato per il Comune. Lavorato gratuitamente, stando al racconto che i due costruttori hanno fatto ai carabinieri della Stazione di Somma Vesuviana, “avanzano” infatti dalle casse comunali circa 120 mila euro. “Siamo disperati”, racconta Vincenzo, “Abbiamo lavorato, anticipato pagamenti e ora? Ci ritroviamo senza nulla. Stiamo per chiudere la società, dobbiamo trovarci un altro lavoro e alla nostra età non è facile. Questo è il mestiere di nostro padre, tutti conoscono la serietà della nostra famiglia e se ci siamo decisi a parlare non è per una questione di soldi, ma di onore. E’ vero ci siamo dovuti vendere le auto che avevamo, le ultime bollette non saremmo riusciti a pagarle se non fosse stato per l’aiuto di papà ed è arrivato il momento di raccontare la verità”. Quella verità che viene snocciolata con dati e fatti dal fratello maggiore Ernesto, che con il sindaco Allocca si era anche candidato nel 2008, nelle fila del Pdl. “Mi chiese di presentarmi alle elezioni, l’ho fatto”, spiega, “ma già in campagna elettorale sono cominciati i primi problemi. Il sindaco mi ordinò di fare lavori in via Cerciello, via Monte, altre cortine private, era un modo per raccogliere i voti, spendemmo circa 20mila euro. Il sindaco mi diceva, ‘stai vicionoa me e poi per il futuro me lo vedo io’, così credevo che quelle opere fossero investimenti per il futuro. Da allora abbiamo incassato due trance di denaro, circa 18 mila euro, soldi che però il Comune ci doveva dal 2006”. Sui lavori dal 2008 in poi la richiesta di tangenti, fatta ai due costruttori dal figlio del sindaco. “Nel settembre del 2008 incontrai Celeste Allocca e Angri in piazza, e Celeste mi disse che la “matta” in mano adesso la teneva lui, se volevo continuare a fare la manutenzione per il Comune dovevo dare il 10% di ogni lavoro all’assessore. Alcuni conoscenti mi raccontarono che entrambi avevano detto che se noi non stavamo al nostro posto ci avrebbero mandato i ‘cani addosso’. Una frase che mi preoccupò tanto che decisi di pagare”. E per il pagamento di questa prima presunta tangente i Sodano chiamano in causa anche l’architetto Filomena Iovine, dirigente dell’Ufficio Tecnico comunale. “A dicembre del 2008”, aggiunge i costruttori, “Dovevo incassare 25mila euro e chiesi spiegazioni ai due, con noi si fermò la Iovine e a lei l’assessore chiese se le carte erano a posto. Lei mi disse di non preoccuparmi che a gennaio del 2009 avremmo avuto i soldi. Fu allora che il figlio del sindaco mi chiese di anticipare il 10% delle fatture ed io consegnai qualche giorno dopo all’assessore Angri, nei pressi della sua abitazione in via Caprabianca, 2500 euro”. Gli imprenditori continuarono a lavorare poi nel 2009 ebbero un subappalto dalla Mazzitelli spa che si occupava della realizzazione delle rete del metano in città per rifare i marciapiedi a via Aldo Moro. In quel caso nuova richiesta di tangenti. “Celeste Allocca mi chiese nuovamente il 10%”, aggiunge Ernesto, “ma non potevo i prezzi erano stretti Angri allora disse che potevano prendersi di meno”. Sodano non pagò quella “rata” e da allora ha smesso di lavorare per il Comune. Eppure fino a quel momento la sua ditta era quella che rattoppava il manto stradale, ripuliva la casa di cura degli anziani (di cui i sanitari sono ancora in un deposito dei costruttori), rifaceva marciapiedi. Poi più nulla. Il peggio arriva però a maggio di quest’anno. “Mio padre aveva deciso di rivolgersi ad un avvocato”, racconta Vincenzo, “per far partire una causa civile. L’avvocato parlò con Allocca per cercare una soluzione bonaria della cosa, così non è stato”. Lo interrompe Ernesto: “Ero con il consigliere Mariano Allocca e Alfonso De Falco, zio di un altro consigliere, davanti al Comune quando il sindaco ci intimò di seguirlo nella sede del Pdl, una volta dentro disse ‘Aprite bene le orecchie, vi faccio male’ e a me ‘denuncia il Comune, ma lascia stare la mia famiglia che ti faccio male”. Il gesto estremo che ha convinto i Sodano a rivolgersi i carabinieri.
ARTICOLO CORRELATO
ARTICOLO CORRELATO
ARTICOLO CORRELATO
ARTICOLO CORRELATO
Sostieni la Provinciaonline
Il nostro giornale è libero da influenze commerciali e politiche e così vogliamo restare. Voi con il vostro piccolo aiuto economico ci permettete di mantenere la nostra indipendenza e libertà. Un piccolo o grande aiuto che permetterà alla Provinciaonline di continuare ad informarvi su quello che tanti non vogliono dirvi. Clicca qui e aiutaci ad informare ⬇️.