Stava cenando con la sua famiglia quando i carabinieri sono andati a prenderlo per portarlo in carcere. Il fratello del boss del clan Ianuale, Umberto 44 anni, è stato raggiunto da un ordine di carcerazione eseguito nella tarda serata di lunedì dai carabinieri del nucleo operativo e radiomobile di Castello di Cisterna. L’uomo, originario proprio del piccolo comune, viveva da tempo a Somma Vesuviana, in via Duca di Salza, un’area periferica della città a confine con Brusciano. Il pregiudicato dovrà scontare una pena residua di 10 mesi e 19 giorni di reclusione per associazione di tipo mafioso commesso a Castello di Cisterna, Brusciano e Mariglianella nel 2005. Il 44enne, oltre ad essere il fratello del capoclan Ianuale (detto “squadrone”), è anche considerato dagli inquirenti elemento di spicco della cosca da diversi anni attiva tra il comune di origine e quelli vicini. Non soltanto le estorsioni a commercianti e imprenditori tra le attività criminali cui la famiglia si è dedicata. La storia della cosca è finita anche negli atti di inchiesta che portò allo scioglimento del consiglio comunale di Castello di Cisterna. Umberto Ianuale fu arrestato l’11 maggio del 2007 nel corso di un blitz anticamorra che coinvolte ben sette clan camorristici attivi tra l’area nolana e vesuviana e che portò dietro le sbarre oltre a lui 85 persone. I carabinieri del Ros e del Comando provinciale di Napoli eseguirono un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa su richiesta della Dda, in quella occasione 16 riuscirono a sfuggire all’arresto, 116 furono le richieste di carcerazioni, di cui 20 rigettate dal gip. Nella maxi operazione finirono capi e gregari del clan Russo, Di Domenico, Pianese-Nino, Ruocco-Somma-La Marca, Fabbrocino, Rega, Arlistico e gli stessi Ianuale. Tra i reati contestati soprattutto estorsioni ai danni di imprese attive nel settore di importanti investimenti economici, tra questi l’interporto di Nola. Ma oltre al pizzo imposto ai commercianti una parte dell’inchiesta riguardò i legami tra politica e camorra e lo scambio di voti. Umberto Ianuale, dopo aver trascorso due anni di custodia cautelare in cella, era appunto uscito nel 2009. Nel frattempo si era tenuto anche il processo per una parte degli indagati coinvolti nell’inchiesta. In particolare nel novembre del 2008 arrivarono le condanne con rito abbreviato, per diciannove imputati ci furono condanne pari a cento anni di carcere. In particolare il boss Ianuale incassò sei anni, mentre Umberto 3 anni e quattro mesi, ne già scontato la grande parte, adesso gli resta la pena residua per cui dall’altra sera è rinchiuso nel carcere di Secondigliano.
Gabriella Bellini
DA METROPOLIS DEL 30 GENNAIO

Sostieni la Provinciaonline
Il nostro giornale è libero da influenze commerciali e politiche e così vogliamo restare. Voi con il vostro piccolo aiuto economico ci permettete di mantenere la nostra indipendenza e libertà. Un piccolo o grande aiuto che permetterà alla Provinciaonline di continuare ad informarvi su quello che tanti non vogliono dirvi. Clicca qui e aiutaci ad informare ⬇️.