“Ho perso con mio figlio, portatelo in una comunità!” Lui, 16 anni mi chiama in vacanza” sto per andarmene di casa, sto alla stazione me ne vado boh a Bologna non lo so, questi sono pazzi, capito?
Lei torna di nuovo a casa, prima si lasciano e la seguo in un’altra casa poi ritornano e che sono fatto un giocattolo? Diteglielo voi io la sto chiamando col cellulare di una persona qui che me lo ha prestato….”
Dopo accordi con lui, ritorna a casa dalla nonna. Che fare adesso? Fermato senza casco, non si ferma si lascia inseguire e picchiare dalla polizia che gli fa anche una multa di diecimila euro per targa truccata… ho le mani legate ad un filo di ingiustizia sociale ed educativa…e tutto questo chi lo paga? Il debole, come al solito.
Lo psichiatra dell’adolescente a rischio non deve essere confuso col sacerdote o con Dio, se l’ambiente è già marcio c’è poco da fare…purtroppo bisognerebbe radicalmente davvero cambiare le cose in Italia, un poliziotto di fronte ad un adolescente che si pone come un giustiziere della notte frustando per sempre la fiducia delle istituzioni in una vita già fragile è come aver commesso un abuso su un minore…senza ritorno.
Teresa Petrarca, d.ssa di psicopatologia dell’adolescenza asl na2 nord
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