lunedì 16 Settembre 2024
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Società Italiana di Pediatria: “Per i bimbi un giorno senza TV”

ROMA. Un giorno senza TV. E’ la provocatoria proposta della Società Italiana di Pediatria contro l’overdose televisiva di bambini ed adolescenti. Lo scopo è quello di portare l’attenzione di genitori ed educatori sugli effetti negativi che hanno le lunghe ore passate davanti al televisore, sul comportamento e le abitudini di vita dei ragazzi. A cominciare da quelle alimentari per finire a quelle sociali e culturali. Questo “elettrodomestico” che dovrebbe essere un semplice strumento d’informazione e intrattenimento, spesso si trasforma in una babysitter catodica che toglie ai ragazzi il tempo per i giochi e per i rapporti con coetanei e genitori. Per non parlare della mancata attività fisica e conseguente aumento di peso. In Italia, primi in Europa insieme alla Grecia, il 36% dei bambini è obeso. In Campania, addirittura, è in forte sovrappeso il 49% dei ragazzi di età inferiore ai dieci anni. Una vera e propria emergenza pediatrica. Si pensi che il 67,8% dei ragazzi italiani (dati INRAN) fa 7 ore di attività fisica settimanale, in pratica un’ora al giorno. Al contrario il 30% di essi dichiara di passare più di tre ore al giorno davanti alla TV. Una vita decisamente sedentaria. “Sappiamo bene – dice il dottor Pasquale Di Pietro, Presidente della SIP – che non è con un giorno di “moratoria” che si risolvono i problemi, ma il nostro obiettivo è iniziare a sensibilizzare sia i genitori che i ragazzi sul fatto la TV non deve rappresentare una assoluta necessità e che ogni tanto se ne può anche fare a meno. Se poi la giornata senza TV diventasse almeno una abitudine settimanale, tanto meglio”. Un altro obiettivo della campagna promossa dai pediatri italiani è quello di spingere le famiglie a trovare valide alternative ai pomeriggi, alle serate e, soprattutto, ai pasti davanti al piccolo schermo. Potrebbero esserlo, per esempio, una sana passeggiata, leggere delle favole, giocare insieme… Questo significherebbe sottrarre per un po’ i ragazzi alle tante scene di violenza televisiva, non ultime quelle dei cartoni animati, e al bombardamento degli spot pubblicitari. Dai rilevamenti della Società Italiana di Pediatria, relativi al secondo quadrimestre 2008, su Italia 1 (la rete più vista da bambini ed adolescenti) la media oraria di spot è risultata essere 47,6 ogni ora, con una percentuale di pubblicità pari al 26,29% del tempo totale di trasmissione. Le cose però non vanno meglio per le altre reti a cominciare da Canale 5, anch’essa molto seguita dai piccoli, dove i risultati sono stanzialmente uguali. Ma i pediatri della SIP non si limitano a segnalare i problemi. Hanno anche elaborato una serie di consigli per famiglie ed educatori. Ecco il loro decalogo:
1. Consentire la visione dei programmi televisivi per un massimo di 2 ore al giorno.
2. Non consentire, ai ragazzi, di guardare la televisione subito prima di andare a dormire e la mattina appena svegli (in particolare se si deve affrontare una giornata scolastica).
3. Evitare di utilizzare la televisione come premio-castigo, attribuendole un “valore morale” che non le compete.
4. Scegliere insieme ai propri figli i programmi adatti a loro e motivare sempre le esclusioni. (Divieti immotivati suscitano sempre forte curiosità).
5. Essere presenti il più possibile durante i momenti in cui i figli guardano la televisione.
6. Essere sempre disponibili a parlare con i propri figli di quanto si vede in televisione ed anzi cercare di stimolarli a esprimere pareri, gusti, perplessità o timori.
7. Prestare grande attenzione alla qualità e quantità di alimenti e bevande che i ragazzi sono portati a consumare mentre guardano la TV.
8. Prestare attenzione alla postura che assumono i ragazzi mentre guardano la TV (evitare, ad esempio, che lo facciano sdraiati per terra o sul letto) e alla distanza dallo schermo (almeno 2 metri).
9. Fornire ai propri figli, quanto più possibile, alternative alla televisione (sport, passeggiate, letture, incontri con gli amici). Spesso i ragazzi si mostrano tanto attaccati alla televisione, perché rappresenta l’unico passatempo disponibile.
10. Essere sempre consapevoli che gli effetti positivi o negativi che possono dipendere dalla televisione, derivano non solo dalla qualità dei programmi, ma anche dall’uso che si fa in famiglia del mezzo televisivo.

Ferdinando Gaeta

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