venerdì 20 Settembre 2024
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Si spegne a Castelvolturno Mamma Africa

CASTELVOLTURNO – Si è spenta Miriam Makeba, la donna che insieme a Nelson Mandela, è stata più di tutti il simbolo della lotta contro l’apartheid in Sudafrica.
Il destino ha voluto che non morisse spirando in una delle dieci nazioni di cui possedeva i passaporti. Il destino ha voluto che morisse su di un palcoscenico, luogo fisico da cui, con le sue canzoni, ridava speranza a chi se l’era vista strappare in nome di una fantomatica e stupida supremazia bianca.
E’ successo a Castelvolturno, terra martoriata dalla camorra, in cui gli africani sono schiavi di un sistema che permette loro di vivere in luride e fatiscenti baracche, di essere manovalanza a bassissimo costo per attività lecite ed illecite.
La sua carcassa corporea era stanca ed ammalata da tempo, ma il suo spirito, barlume per tanti neri inchiodati nell’oscurità della segregazione razziale, non poteva rifiutare l’invito a cantare “Pata Pata” in un concerto dedicato a Roberto Saviano. Probabilmente questa donna avrà annusato nel giovane scrittore italiano la sua stessa voglia di cambiare le cose. Probabilmente l’esilio dello scrittore gli avrà ricordato il suo dal quale continuava la lotta per la giustizia e la libertà. Si è schiavi non solo perché segregati per il colore della pelle.
Non è stata solo una campionessa dei diritti civili, diamante tra i diamanti nel Sudafrica che è il primo produttore della pietra preziosa per antonomasia, ma anche un eccellente ed eclettica artista.
“Mama Afrika”, nome con cui fu ribattezzata, è stata la prima donna di colore a vincere un Grammy Awards, sia pure in coppia con Harry Belafonte nel 1965.
“Pata Pata”, il suo brano più famoso, è del 1975. Questa rivisitazione di una famosa danza africana a lei ha dato il successo ad altri invece ha dato l’arricchimento. Infatti sono stati tantissimi gli artisti che hanno reinterpretato il brano traendone dei grossi benefici economici.
Ma a lei importava poco. Nel cuore della gente dovevano arrivare messaggi di speranza, di solidarietà d’incitamento.
Gli stessi messaggi che si augurava arrivassero a molti abitanti di Castel Volturno, stretti nella morsa della camorra.
Una camorra arrogante che è arrivata a chiedere il pizzo agli operari che stavano montando il palco su cui la sera si sarebbero dovuti esibire gli artisti. Lo ha denunciato l’assessore regionale Corrado Gabriele, promotore degli “Stati generali per la scuola nel mezzogiorno” che ha scelto Castelvolturno proprio proprio come luogo simbolo e di partenza per il rilancio di un azione capillare che cancelli l’arretratezza culturale, terreno fertile per la prevaricazione camorristica.
Miriam Makeba ha tracciato un solco. Ha sofferto, è rientrato nel suo paese natale solo nel 1990, ma da donna libera.
I suoi colori, sue danze e le sue note sono state una guida da cui tutti noi ghettizzati dalla violenza e dalla prevaricazione camorristica dovremmo prendere esempio per riconquistare quella libertà malinconicamente perduta.

Gaetano Di Matteo

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