Sant’Anastasia – Dall’1 maggio è scattata la “Settimana Mondo Unito”. In 180 nazioni molteplici movimenti giovanili daranno adito a iniziative atte a promuovere la fratellanza, come se, a dispetto di ogni dettame scientifico, la terra fosse “sferica” perché tutti gli uomini possano unirsi in un fraterno girotondo. “Siamo convinti che l’amore vinca su tutto”, esordisce Lucia, esponente di Giovani Mondo Unito Sant’Anastasia. A Capodanno la sua associazione ha organizzato una festa, alla quale hanno preso parte circa 400 giovani, e i cui proventi sono stati impiegati per garantire borse di studio a dei ragazzi disagiati. Il 4 maggio, sempre col patrocinio dei giovani anastasiani, è stato programmato un incontro-dibattito presso la Biblioteca Comunale della loro città. “Ricominciamo dagli ultimi” era il titolo della conferenza in cui è intervenuta suor Rita Giaretta, fondatrice della “Comunità Rut”. Sin dal 1995, l’organizzazione si occupa del recupero di ragazze costrette a prostituirsi, offrendo loro tutto quello di cui abbisognano: la possibilità di apprendere l’italiano (la cui comprensione si limita a turpi espressioni come “Quanto vuoi?”), un percorso sanitario, di socializzazione, di regolarizzazione e d’inserimento nel mondo del lavoro (anche attraverso un laboratorio di formazione e addestramento); in parola, di vita. Sì, perché arrivare a dire “Non sono più una persona”, alla stregua di una giovane nigeriana presa in consegna dal “Rut”, significa essere morti. Significa essere consapevoli di rappresentare null’altro che una merce di scambio. Significa essere stati privati anche dell’ultimo rimasuglio di dignità. D’altronde, quando ti riempiono di botte e ti mettono del peperoncino nella vagina, per aver rifiutato di vendere il tuo corpo, purtroppo succede. “Esse non scelgono liberamente, parliamo di ragazze ridotte in schiavitù”, spiega suor Rita. Tra loro figurano persino delle minorenni; ma di queste ultime non se ne parla tanto, poiché – probabilmente – non sono andate con nessun politico di tendenza: sono solo oggetti, non più importanti dei marciapiedi che battono. Grazie alla Comunità Rut, che nella casa di accoglienza a Caserta ha ospitato 330 ragazze in difficoltà, supportandole qualora avessero bisogno di una mano per una gravidanza da portare a termine, molte di loro hanno dato alla luce bambini che altrimenti non sarebbero mai nati. Ragion per cui le parole d’elogio espresse dal sindaco di Sant’Anastasia, Carmine Esposito, hanno motivo di essere spese. Il primo cittadino, presente al convegno, ha encomiato altresì l’impegno profuso dai ragazzi di “Giovani Mondo Unito”, che durante l’evento hanno posto l’accento sul concetto di fratellanza, leggendo l’introduzione del libro di suor Rita Giaretta, “Non più schiave”, realizzata da Dacia Maraini. La scrittrice con un caustico appunto denuncia l’ipocrisia, facendo notare che se c’è l’offerta di sfruttamento, è per il semplice motivo che esiste una domanda. La soluzione prospettata risiede nella fratellanza. Il nobile valore che ti induce a pensare che quella ragazza costretta sul ciglio della strada, a ben vedere, sia tua sorella.
Domenico Maione
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