CASALNUOVO. Arrestato Angelo D’Ambrosio, rapinatore seriale di Casalnuovo. Senza scrupolo e senza vergogna, tanto da sfidare anche le forze dell’ordine con messaggi postati sul suo profilo fb: “il mio gioco preferito è diventato guardie e ladri” e sul collo le iniziali tatuate del capo clan.
Nel suo lungo curriculum criminale – nonostante la giovane età – appena 23 anni, Angelo D’Ambrosio conta già una lunga scia di rapine e furti. Era attenzionato da tempo dai carabinieri, una serie di colpi tutti legati da un filo rosso: un modus operandi che a mano a mano ha fatto convogliare circa una decina di rapine e altrettanti furti verso un unico responsabile, infine, arrestato. I carabinieri della Compagnia Castello di Cisterna hanno così arrestato Angelo D’Ambrosio, 23enne di Casalnuovo, già noto alle forze dell’ordine, in esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip del Tribunale di Nola, su richiesta della locale Procura, perché ritenuto responsabile di sette rapine e sei furti con strappo.
I giovanissimi erano le vittime preferite del delinquente e costosi smartphone i bottini ricercati. Nel corso delle indagini, i carabinieri della tenenza di Casalnuovo hanno raccolto diversi elementi di prova, che hanno inchiodato, infine, Angelo D’Ambrosio: almeno una decina di rapine e altrettanti furti sono risultati commessi con lo stesso modus operandi. In pratica ogni volta che D’Ambrosio si imbatteva in giovanissimi in possesso di smartphone ricercati, in base alle circostanze o riusciva abilmente a strappare il telefono e scappare oppure minacciava con coltello o pistola le vittime per farsi consegnare cellulare e soldi.
Le indagini sono partite dalla descrizione ogni volta fornita dalle stesse vittime o dai pochi testimoni e i militari hanno a mano a mano chiuso il cerchio attorno all’unico responsabile ricostruendo, episodio dopo episodio, la serie di colpi messi a segno. Nel corso delle indagini, inoltre, non si è potuto non notare la sfrontatezza dello stesso rapinatore che senza remore mostrava sui social. Sul suo profilo Fb si potevano leggere numerose frasi più volte ad ostentare la propria indole delinquenziale: “saluto tutta la malavita organizzata”; “il mio gioco preferito è diventato guardie e ladri”; e via di seguito. Fino al fotosegnalamento dopo l’arresto, quando i militari, dovendo documentare i tatuaggi, hanno notato lettere corrispondenti alle iniziali di un capoclan della zona ritenuto responsabile di efferati omicidi.
di Patrizia Panico
Sostieni la Provinciaonline
Il nostro giornale è libero da influenze commerciali e politiche e così vogliamo restare. Voi con il vostro piccolo aiuto economico ci permettete di mantenere la nostra indipendenza e libertà. Un piccolo o grande aiuto che permetterà alla Provinciaonline di continuare ad informarvi su quello che tanti non vogliono dirvi. Clicca qui e aiutaci ad informare ⬇️.