Palermo. Una serra ipertecnologica con 100 piante di marijuana “coccolate” perfettamente al caldo delle lampade con la giusta dose di umidità e fresco, con ventilatori ed un sofisticato sistema elettrico che permetteva alle preziose piante di crescere al meglio. È quanto hanno rinvenuto i finanzieri del Comando Provinciale di Palermo (guidati dal generale Domenico Napolitano) all’interno di un rustico sito in contrada Porcara di Bagheria.
Un servizio importante se si valuta quanto avrebbe fruttato la droga una volta immessa sul mercato.
Testimonia, infatti, la costante e capillare attività svolta dalla Guardia di Finanza per contrastare il traffico di sostanze stupefacenti nella provincia palermitana, essendo la primaria fonte di finanziamento delle organizzazioni criminali.
In particolare, i militari del 2° Nucleo Operativo Metropolitano, in collaborazione con l’unità cinofila della Compagnia di Punta Raisi, a seguito di diverse segnalazioni pervenute circa movimenti sospetti nei pressi del rustico sono intervenuti prontamente nella serra e identificato 2 persone impegnate nella coltivazione di piante di marijuana che avevano già superato il metro di altezza. La piantagione risultava prodotta in serra, all’interno di un capannone attrezzato con generatori di corrente idonei ad alimentare un impianto di areazione ed umidificazione, nonché un sistema di luci artificiali costituito da 19 lampade ad incandescenza. Il bioclima riprodotto assicurava la rapida crescita e una rigogliosa fioritura dell’illecita coltivazione.
Inoltre, i finanzieri nel corso delle perquisizioni rinvenivano circa 1 kg di inflorescenze di marijuana già essiccate e pronte per essere immesse nelle locali piazze di spaccio.
Le Fiamme Gialle hanno dunque sequestrato 100 piante di marijuana e circa 1 chilo di sostanza stupefacente e segnalato le due persone alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Termini Imerese, ritenuti responsabili del reato di coltivazione di sostanze stupefacenti.
Gli ulteriori accertamenti effettuati dai militari hanno consentito di appurare che il sofisticato sistema di allaccio dei contatori elettrici risultava totalmente abusivo e pertanto si è proceduto a denunciare a piede libero il proprietario del terreno per furto aggravato di energia elettrica.
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